mercoledì 16 gennaio 2008

Nissan Almera Tino 2200 TD

Nissan Almera Tino 2200 TD - L’Almera Tino è una monovolume dalle linee sobrie, tendente all’ovale nella sagoma e caratterizzata dalle fiancate scoscese. Non ci sono note stonate nel suo design, che semplicemente difetta un po’ di personalità. I particolari, le giunture e la verniciatura soprattutto, fanno però capire a un attento osservatore che si tratta di una macchina costruita bene, senza la mentalità del risparmio a tutti i costi che spesso rende misera un’idea geniale.

Ci ha particolarmente convinti l’impianto stereo di serie, completo di lettore cd e di comandi satellite al volante. Ben disegnato nella grafica esterna, è il classico elemento che in viaggio (e la Tino è costruita eminentemente per viaggiare) si rivela in tutta la propria importanza. Internamente la monovolume è dotata di luci separate, in grado di illuminare l’abitacolo parzialmente, senza infastidire il guidatore. Ha poi un comodo portaocchiali, posto sopra il retrovisore, e tantissime tasche e vani portaoggetti per riporre qualsiasi cosa possa dare fastidio.

Deludente anche l’impianto di condizionamento: con tutte le regolazioni al massimo, il fresco si fa aspettare per molti minuti. Tanto vale tenere aperti i finestrini. Per questi reato (ma solo per questi), Tino condannata, anche se con molte attenuanti: prima tra tutte la robustezza complessiva della vettura, forse acusticamente enfatizzata dal rombare cupo ma quieto del suo motore.

giovedì 10 gennaio 2008

Kia pro_cee'd

Kia pro_cee'd - Sull’onda del successo del resto della gamma cee’d, capace raccogliere 5.600 ordini in 10 mesi e di chiudere quarta nella classifica dell’Auto dell’anno 2008, arriva ora la pro_cee’d. E’ lei la sorella tuttopepe, quella destinata a piacere più ai figli che non ai padri. Il suo look riporta alla memoria quello della prima concept che prefigurava la compatta coreana. Rispetto alla cee’d tutta casa e ufficio, la porte si differenzia soprattutto per la fiancata. Sulla pro_cee’d il taglio della linea di cintura è più a cuneo e i lamierati sono più estesi, per dare un’aria più sportiva.

In attesa di una variante GT con motore due litri da 185 cv e 230 km/h realizzata in collaborazione con l’atelier tedesco Holzer, attesa entro la fine dell’anno, il listino si articola attorno a tre motori e a due livelli di allestimento. Quanto ai primi, la motorizzazione d’accesso è la 1.600 a benzina da 126 cv a 6.300 giri e con una coppia massima di 154 Nm. Quanto basta per toccare i 192 km/h e scattare da 0 a 100 in 10,8 secondi, con una percorrenza media di 15,6 km/litro. Questo motore è anche l’unico a poter disporre a richiesta di cambio automatico al posto di quello manuale a cinque marce che fa da comun denominatore all’intera gamma. A completare l’offerta ci sono le due versioni da 90 e 115 cv del turbodiesel 1.600 CRDi, con una coppia massima rispettivamente di 235 Nm a 1.750 giri e di 255 Nm a 1.900 giri. Nel primo caso velocità massima, tempo di accelerazione e percorrenza media sono di 172 km/h, 13,5 secondi e 21,3 km/litro; nel secondo si parla invece di 188 km/h, 11,4 secondi e 20,8 km/litro.

La pro_cee’d 1.6 a benzina e la turbodiesel da 90 cv sono disponibili soltanto con l’allestimento base LX, che ricalca fedelmente quello omonimo della cee’d a cinque porte. Il tutto, nell’ordine, a 15.650 e a 16.550 euro. La dotazione standard è giù piuttosto completa e si compone tra le altre cose di sei airbag, i poggiatesta attivi, il computer di bordo, la radio CD con comandi al volante, i controlli elettronici della stabilità e della trazione e climatizzatore manuale. La pro_cee’d 1.6 CRDi 115 cv è invece offerta soltanto in versione Sport, a 19.250 euro. Il suo equipaggiamento si arricchisce di fendinebbia, caricatore CD in plancia, prese Usb, Aux e per iPod, cerchi in lega da 17" con gomme da 225/45 (per la LX sono da 205/55-16 su cerchi da 16"), pedaliera in metallo, vetri oscurati e rivestimenti in misto pelle. Per tutte le pro_cee’d, così come per la cee’d, sono previsti sette anni da garanzia su motore e trasmissione (cinque sul resto dell’auto) e altrettanti di assistenza stradale Europe Assistance.

Altro punto in comune tra le versioni a tre e a cinque porte è lo sconto previsto dalla Casa nella fase di lancio (ma che l’esperienza insegna diventa poi a tempo indeterminato). Acquistando la pro_cee’d non si deve dunque sborsare davvero quanto sopra indicato. Al listino si deve infatti togliere la cifra di 1.300 euro. Certo, sarebbe più semplice dichiarare subito un listino più basso, ma così si dà l’idea all’acquirente di fare un migliore affare.

mercoledì 9 gennaio 2008

Honda CR-V 2.2 CTDi

Honda CR-V 2.2 CTDi - Lo stile poco rude delle lamiere e l’ambiente abitativo fatto con cura, con un ripieno di gadget tecnologici e la vetrata a mo’ di tetto, definiscono un ambiente più da lobby lounge che da offroad. Niente abitudini spartane anzi, tante raffinatezze, come ad esempio la leva del freno a mano che si risolve brillantemente in una cloche di foggia aeronautica. Si impugna bene e fa scena. Oppure la praticità del cambio spostato in alto e del vuoto tra i due sedili sul pavimento. Si riscoprono spazi e movimenti vietati dalle auto moderne: se volete uscire dalla portiera del passeggero niente acrobazie.

In movimento rimane sommesso il ticchettio del pluripremiato 2.2 diesel: si sente solo da fermo e accelerando nelle marce basse. Per il resto a tutte le velocità e in tutte le situazioni a bordo della CR-V si viaggia veloci e nel silenzio, anche su buche e asfalti rumorosi. Il volante quasi da sportiva regala confidenza e non impone ritardi tra intenzione e azione. Tra sedili in pelle, comfort complessivo, visibilità agevolata da una statura leggermente superiore alla media… delle auto normali, e approccio alle curve non penalizzato da scocche dondolanti non si rimpiangono in alcun modo le berline.

Quel che manca in reattività al pedale il CR-V lo rende proprio nei lunghi trasferimenti. Dove il grado di sicurezza reale e percepita arriva al top di classe e per il guidatore ci sono solo rose. Il radar che aiuta il controllo di velocità a guadagnare intelligenza funziona davvero bene: vede gli ostacoli molto prima dei nostri occhi. Come per incanto abbiamo desiderato un salto nel futuro completo: quando finalmente i prodigi della meccatronica ci potranno far scegliere tra tenere le redini o affidarle, in certe condizioni, alle mani sicure e sapienti dei bit.

Stesso discorso se vi avvicinate troppo - magari per distrazione in tangenziale - a chi sta davanti: una bella strattonata della cintura vi sveglierà dal torpore, fino a frenare per voi se i vostri riflessi sono da lunedì mattina. Aiuti elettronici intelligenti che non tolgono il gusto della guida, ma assomigliano ad un angelo custode. A noi sono piaciuti e quando siamo passati su altri Suv ne abbiamo sentito la mancanza.

D’obbligo tenerla lucida, le donano i colori scuri e chi la guida deve padroneggiare la tecnologia per essere intonato. Ed evitare tenute da mandriano. Più che reinventato il SUV è stato destrutturato. Tanto che sembrerebbe perfetto, complice il romantico tetto in vetro, per guardare le stelle o… sognare una versione Type R.

lunedì 7 gennaio 2008

Renault New Kangoo 2008

Renault New Kangoo 2008 - Se non si può forse parlare di rivoluzione, occorre però dire che l’evoluzione è profonda. Vedendo il nuovo Kangoo accanto a quello "vecchio" la prima cosa che si nota è l’aumento delle dimensioni esterne, mascherato un po’ dalla classica proporzione tra i volumi. Metro alla mano, il Kangoo mette su una taglia buona, con la lunghezza che cresce di 18 cm, fino a un totale di 421. Il passo fa a sua volta stretching e mette su 10 cm, arrivando a 270 cm. Stessa scena anche per la larghezza, che fa segnare un + 15 cm. Il perché della metamorfosi è presto detto: se il Kangoo attuale utilizzava il pianale Clio, il modello prossimo venturo impiega invece la base della Scenic.

Con la carrozzeria che lievita, l’abitacolo diventa molto più spazioso. Lo spazio disponibile in larghezza è tanto e tre passeggeri adulti possono convivere sulla fila posteriore senza trovarsi a sgomitare. Stessa scena anche per tre eventuali seggiolini per bambini, che si sistemano senza fatica uno accanto all’altro. Le ginocchia hanno ora lo stesso grande spazio che avrebbero sull’ammiraglia Vel Satis e c’è quasi una spanna d’aria tra la testa e il tetto.

Sopra i posti anteriori può così essere montata una mensola a soffitto e sopra quelli posteriore un terzetto di cappelliere in stile aereo. I vani portaoggetti sparsi qua e là per l’abitacolo fanno totalizzare una capacità totale di 77 litri. Il bagagliaio vero e proprio ha invece un volume utile di 660 litri con cinque passeggeri a bordo (1.300 sfruttando ogni centimetri fino al tetto). In configurazione biposto, con i sedili posteriori ripiegati a formare un piano di carico piatto, la capacità sale fino a 2.600 litri, mentre sacrificando anche il posto del passeggero anteriore si possono caricare oggetti lunghi fino a 2 metri e mezzo. Per i trasporti eccezionali ci sono anche le barre sul tetto, pronte a trasformarsi in portapacchi che regge fino a 80 kg, grazie a un pratico snodo.

La versione Dynamique dispone in aggiunta tra le altre cose di alzacristalli elettrici, climatizzatore manuale, contagiri, portaoggetti tra i sedili anteriori e sopra il parabrezza, due porte laterali scorrevoli anziché una e tavolini posteriori tipo aereo. Questo allestimento si può avere con tutti i motori tranne che con il dCi da 70 cv. In questo caso i prezzi sono di 16.300 euro e 16.900 per i due 1.600 a benzina e di 17.850 euro e 18.450 per i due 1.5 dCi da 85 e 105 cv. Per quest’ultimo l’eventuale filtro per il particolato ha un costo di 500 euro.

venerdì 4 gennaio 2008

Cadillac BLS Wagon

Cadillac BLS Wagon - Il model year 2008 della BLS non vede solo la wagon, ma anche l’arrivo (pure per la berlina) del turbodiesel bistadio (doppio turbo sequenziale) da 180 cavalli e volendo delle quattro ruote motrici, disponibili (purtroppo) solo con il 2,8 litri V6 benzina. Il format modaiolo da station dovrebbe coprire secondo le previsioni circa la metà delle vendite. La scelta di turbodiesel (150-180 cv), turbo benzina anche flexifuel e trazione integrale segna un’attenzione rinnovata per le esigenze europee.

Ad aiutare la riconoscibilità notturna i led verticali dei gruppi ottici posteriori, che differenziano il b-side della BLS da qualsiasi altra station. Il leit motiv del "verticale", che vale per gruppi ottici e anche per la consolle centrale (concetti esasperati dalla CTS progettata dal foglio bianco e non soggetta a vincoli di base comune), serve proprio a rendere la famiglia Cadillac riconoscibile anche di notte al primo sguardo. Speriamo bene, l’avevano detto anche per la Thesis…

La qualità e l’accoglienza delle sedute, europee per design e consistenza, sono la prima cosa che colpisce una volta aperte le portiere. Così come plancia, plastiche e resa dell’impianto hi-fi e navigatore, assolutamente confortanti. L’orologio analogico simil lusso è invece un filo kitch. Con sedili in pelle regolabili elettricamente, in un attimo si trova la posizione giusta (memorizzabile) e si viene coccolati dal tutti gli optional immaginabili. Ma non tutti sceglieranno di spendere tanto.

Il livello successivo, Elegance, in cambio di altri 2.790 euro, aggiunge sensori pioggia per i tergi, sedili elettrici, clima bizona e cerchi da 17". Per chi preferisce lo Sport, con altri 100 euro ci si portano a casa cerchi da 18" e assetto sportivo. Esiste poi il pacchetto Sport Luxury, che completa la dotazione "all inclusive" con fari Bi-Xenon, sedili in pelle elettrici e riscaldati con memoria. Servono 40.160 euro.

Altri optional interessanti sono il cambio automatico a 2.100 euro, il sistema Audio Bose con caricatore CD (1.000 euro stand-alone) che in accoppiata al navigatore DVD richiede 3.130 euro. Il balzello della vernice metallizzata è di 750 euro. In Cadillac dicono di puntare soprattutto sulla competitività della dotazione e del "pacchetto".

giovedì 3 gennaio 2008

Mazda2 1.3 Fun

Mazda2 1.3 Fun - La luce arancio scalda un abitacolo lievemente freddo: la dieta ha colpito anche le plastiche, tutte sul croccante, ma il volante in pelle e sportivamente a tre razze riconcilia le sensazioni tattili. Il primo viaggio in autostrada si annuncia lungo, vorremmo ascoltare il nostro mp3 player e la Mazda2 segna subito un punto a suo favore. In basso, tra i due sedili vicino all’accendisigari, c’è infatti la magica presa Aux. Evviva. L’entusiasmo si raffredda solo un poco durante il viaggio: la dieta, come dichiara la stessa Casa, ha colpito anche gli speaker, che sono leggeri e (diciamo noi) suonano poco profondi.

Si perde qualcosa invece alla voce "spesa della domenica" e abitabilità. Sorprendentemente ospitale considerando le dimensioni e il taglio sportiveggiante (per inciso la nuova è più bassa e più corta del modello che sostituisce), sono invece alcuni particolari a segnare il passo. Lo schienale posteriore si abbatte anche in frazione, ma il piano seduta rimane al suo posto e se come capitato a noi dovete trasportare la poltrona della solita amica a cui non si può dire di no… mettete in preventivo qualche fatica aggiuntiva. C’è invece il portariviste integrato nel cassetto di fronte al passeggero: era ora che qualcuno pensasse agli aficionado dell’edicola a mezzanotte.

E sui lunghi percorsi? Per feeling e sensazioni la Mazda2 si fa onore ma rispetto ad altre colleghe pesanti e raffinate perde qualche punto alla voce comfort, nonostante una quinta di riposo che abbassa la voce del motore. Non è tanto il frullare dei pistoni quanto quello di rotolamento a occupare l’abitacolo. Ecco il prezzo da pagare alla filosofia intelligente: qualche pannello fonoassorbente avrebbe aiutato. Si potrebbe obbiettare che il downsizing non significa necessariamente semplificazioni, ad esempio per gli aerei si segue la strada dei materiali compositi. Ma la Mazda2 si porta a casa sui 14.000 euro, quindi tutto rientra nella normalità.

Abbiamo invece apprezzato oltremodo i gruppi ottici: anche in viaggi notturni la luce giusta non manca mai. Abbandoniamo la Mazda2 proprio quando ci eravamo abituati al suo spirito leggero. Il bello e il meno bello. Un mix tra gusto di guida, value for money, immagine e consumi davvero ridotti. Nonostante autostrada, ingorghi prefestivi e il piede pesantino - la piacevolezza complessiva invita alla guida giovane - abbiamo registrato una media complessiva superiore ai 14 km litro. Furba e divertente. Ma non pretendetela pure perfetta.
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