Honda Jazz 2009 - Per iniziare, la Jazz 2009 cresce un po' nelle dimensioni: la lunghezza aumenta di 55 mm e tocca quota 3.900 mm, mentre la larghezza segna un + 20 mm, per un totale di 1.695. L'altezza è l'unica a restare invariata a 1.525 mm. Lasciando stare il metro, questa Honda cambia completamente registro, per farsi più monovolume, grazie all’avanzamento della base del parabrezza che ora raccorda meglio il tetto al muso. Quest'ultimo ha forme più moderne, con due nervature che sottolineano una vaga parentela con l'avveniristica Civic e fari acuminati.
La novità più evidente della giapponesina è però l'inedito taglio dei vetri laterali, molto più estesi che in passato, tanto verso il montante anteriore quanto verso quello posteriore. Se nello schizzare il frontale i designer hanno evitato colpi di testa, in coda sono rimasti ancor più abbottonati. Le matite hanno tracciato linee geometriche che forse non faranno girare la testa ma che difficilmente passeranno presto di moda.
La fantasia tenuta un po' a freno per definire la carrozzeria ha avuto invece briglia sciolta nell'abitacolo, che è uno fra i più furbi e versatili in circolazione. L'aumento delle dimensioni esterne e del passo (+ 50 mm) ha consentito di ottimizzare lo sfruttamento degli spazi. La distanza tra i passeggeri anteriori e posteriori cresce di 30 mm. Chi viaggia dietro ha a disposizione 37 mm in più per le ginocchia, 43 per le spalle, ed è ospitato su un sedile più largo, profondo e meglio imbottito di prima.
L'asso nella manica della Jazz è però il trasformismo di cui è capace l'interno. Il sedile posteriore mantiene la seduta sollevabile, che lascia libero uno spazio in altezza di ben 1.280 mm, sufficienti a trasportare all'occorrenza una pianta che non sia per forza un bonsai. Con lo schienale abbattuto si ottiene invece un piano di carico piatto lungo 1.720 mm che diventano circa 2.400 ribaltando in avanti anche lo schienale del passeggero anteriore.
Quanto al bagagliaio, la sua capacità è di 399 litri nei modelli senza ruota di scorta e con kit di riparazione. Anche sugli altri, comunque si è a livelli d’eccellenza, per merito anche di un doppio fondo celato sotto una paratia posizionabile anche a mezza altezza per esigenze di carico speciali. E non è tutto: giunti a destinazione e scaricata la macchina, si può anche schiacciare un pisolino: reclinando i sedili si ottiene infatti una specie di letto matrimoniale. La plancia ha un look high-tech, con una strumentazione e un volante a tre razze sportiveggianti, e sfodera a sua volta soluzioni molto pratiche, come vaschette utili anche come portabibite davanti alle bocchette dell'aria e un doppio cassettino. La cura costruttiva è molto buona, all'altezza della tradizione nipponica. Le plastiche non sono morbide come su certa concorrenza ma il loro aspetto è bello robusto, grazie anche ad assemblaggi precisi e stabili.
Il pianale è inedito ma conserva un'architettura già sperimentata, con il serbatoio piazzato al centro e le sospensioni posteriori con braccio ad H, una soluzione non proprio all'avanguardia ma ottima per ridurre ai minimi termini gli ingombri e ottenere il massimo sul fronte abitabilità. Per migliorare le doti stradali della Jazz in Honda hanno aumentato la rigidità della scocca, modificato la geometria dell'avantreno e allargato le carreggiate, di 44 mm all'anteriore e di 43 al posteriore. Aria di novità si respira anche sotto il cofano. La gamma continua ad articolarsi attorno a due motori a benzina da 1,2 e 1,4 litri che in comune con i loro predecessori hanno però pochino.
i-VTEC L'evoluzione della specie si chiama i-VTEC, che nel linguaggio Honda significa fasatura e alzata variabile delle valvole. E' una tecnologia raffinata e costosa ma capace di far fare passi da gigante sul fronte del rendimento. Il piccolo 1.200 vede così la potenza massima passare da 79 a 90 cv, con una coppia di 114 Nm, per uno scatto da 0 a 100 in 12,6 secondi e una velocità di punta di 177 km/h. Sono prestazioni di tutto rispetto per la categoria, ottenute tra l'altro a fronte di una riduzione dei consumi. La percorrenza media è di 18,9 km/litro. In tal senso non fa molto peggio il più brillante 1.400 da 100 cv e 127 Nm, che sorseggia un litro di verde ogni 18,5 km. In questo caso per liquidare la pratica 0-100 occorono 11,4 secondi e si possono toccare – in Germania, ovviamente... - i 182 km/h. Questo motore è offerto anche con cambio robotizzato a sei marce i-Shift in alternativa al manuale a cinque marce standard.
La novità più evidente della giapponesina è però l'inedito taglio dei vetri laterali, molto più estesi che in passato, tanto verso il montante anteriore quanto verso quello posteriore. Se nello schizzare il frontale i designer hanno evitato colpi di testa, in coda sono rimasti ancor più abbottonati. Le matite hanno tracciato linee geometriche che forse non faranno girare la testa ma che difficilmente passeranno presto di moda.
La fantasia tenuta un po' a freno per definire la carrozzeria ha avuto invece briglia sciolta nell'abitacolo, che è uno fra i più furbi e versatili in circolazione. L'aumento delle dimensioni esterne e del passo (+ 50 mm) ha consentito di ottimizzare lo sfruttamento degli spazi. La distanza tra i passeggeri anteriori e posteriori cresce di 30 mm. Chi viaggia dietro ha a disposizione 37 mm in più per le ginocchia, 43 per le spalle, ed è ospitato su un sedile più largo, profondo e meglio imbottito di prima.
L'asso nella manica della Jazz è però il trasformismo di cui è capace l'interno. Il sedile posteriore mantiene la seduta sollevabile, che lascia libero uno spazio in altezza di ben 1.280 mm, sufficienti a trasportare all'occorrenza una pianta che non sia per forza un bonsai. Con lo schienale abbattuto si ottiene invece un piano di carico piatto lungo 1.720 mm che diventano circa 2.400 ribaltando in avanti anche lo schienale del passeggero anteriore.
Quanto al bagagliaio, la sua capacità è di 399 litri nei modelli senza ruota di scorta e con kit di riparazione. Anche sugli altri, comunque si è a livelli d’eccellenza, per merito anche di un doppio fondo celato sotto una paratia posizionabile anche a mezza altezza per esigenze di carico speciali. E non è tutto: giunti a destinazione e scaricata la macchina, si può anche schiacciare un pisolino: reclinando i sedili si ottiene infatti una specie di letto matrimoniale. La plancia ha un look high-tech, con una strumentazione e un volante a tre razze sportiveggianti, e sfodera a sua volta soluzioni molto pratiche, come vaschette utili anche come portabibite davanti alle bocchette dell'aria e un doppio cassettino. La cura costruttiva è molto buona, all'altezza della tradizione nipponica. Le plastiche non sono morbide come su certa concorrenza ma il loro aspetto è bello robusto, grazie anche ad assemblaggi precisi e stabili.
Il pianale è inedito ma conserva un'architettura già sperimentata, con il serbatoio piazzato al centro e le sospensioni posteriori con braccio ad H, una soluzione non proprio all'avanguardia ma ottima per ridurre ai minimi termini gli ingombri e ottenere il massimo sul fronte abitabilità. Per migliorare le doti stradali della Jazz in Honda hanno aumentato la rigidità della scocca, modificato la geometria dell'avantreno e allargato le carreggiate, di 44 mm all'anteriore e di 43 al posteriore. Aria di novità si respira anche sotto il cofano. La gamma continua ad articolarsi attorno a due motori a benzina da 1,2 e 1,4 litri che in comune con i loro predecessori hanno però pochino.
i-VTEC L'evoluzione della specie si chiama i-VTEC, che nel linguaggio Honda significa fasatura e alzata variabile delle valvole. E' una tecnologia raffinata e costosa ma capace di far fare passi da gigante sul fronte del rendimento. Il piccolo 1.200 vede così la potenza massima passare da 79 a 90 cv, con una coppia di 114 Nm, per uno scatto da 0 a 100 in 12,6 secondi e una velocità di punta di 177 km/h. Sono prestazioni di tutto rispetto per la categoria, ottenute tra l'altro a fronte di una riduzione dei consumi. La percorrenza media è di 18,9 km/litro. In tal senso non fa molto peggio il più brillante 1.400 da 100 cv e 127 Nm, che sorseggia un litro di verde ogni 18,5 km. In questo caso per liquidare la pratica 0-100 occorono 11,4 secondi e si possono toccare – in Germania, ovviamente... - i 182 km/h. Questo motore è offerto anche con cambio robotizzato a sei marce i-Shift in alternativa al manuale a cinque marce standard.