Opel Corsa OPC - Una sigla che sulla nuova Corsa OPC fa comunque il suo effetto: l'auto è vistosa, senza timidezze ma senza essere tamarra. Tuttavia quelle branchie alla base dei passaruota, quelle voragini anteriori che si aprono sul paraurti maggiorato, e quel labbro posteriore alzato come se volesse ringhiare a chi osasse avvicinarsi troppo, fanno il loro bell’effetto scenico. Senza contare l’alettoncino che spunta all’estremità del lunotto, e i passaruota muscolosi e ampi per fare spazio ai cerchi maggiorati. Insomma, l’aria da bisbetica non gliela toglie nessuno.
Appena si apre la portiera però è un altro mondo. L’ambiente interno è prevalentemente scuro, come si addice alle sportive, e nonostante i sedili racing con appoggiatesta integrati, le cromature intorno a bocchette di aerazione e strumenti, il tachimetro con scala a 240 km/h e il volante in pelle a tre razze con impugnatura sportiva e base in alluminio, l’aria che si respira è improntata all’eleganza. Certo, potrebbe anche essere il solito bluff, giusto per sollecitare l’immaginazione sportiva più che offrirne la sostanza, ma non è così. La sostanza c’è: si vede e si sente.
Con la OPC arrivano di serie anche il controllo della stabilità ESP, i già citati cerchi in lega da 17" (optional da 18"), freni maggiorati (da 308 mm di diametro all’anteriore e da 264 al posteriore) con le pinze di colore blu, uno sterzo variabile-progressivo che è una rarità nel segmento, e un motore che non poteva non essere speciale.
Un motore con testata, pompa e collettore di aspirazione del turbo in alluminio, e con un peso complessivo di 131 kg, frutto di una progettazione congiunta Opel e BorgWarner Turbo Systems (ex-KKK), mentre tutta by Opel è l’ottimizzazione della distribuzione a 4 valvole per cilindro. Rispetto alla versione "normale" l’apertura dell’asse a camme è stata ridotta da 232° a 223° e l’escursione delle valvole da 8,5-9,5 mm a 7 mm, migliorando sia nel peso sia nell’attrito. La potenza specifica è ora di 120 CV/litro mentre la coppia di 144 Nm/litro. Il convertitore catalitico e la nuova centralina elettronica a tecnologia ibrida lo rendono inoltre facilmente adattabile alle future normative (Euro 5). Il prezzo non è ancora stato definito, ma dovrebbe essere compreso tra i 22.500 e i 23.000 euro.
Basta girare la chiave di accensione però per ritrovarsi in un altro mondo: un bel suono pieno, cupo, che si ascolta con piacere e che non tradirà le aspettative nemmeno a pieni giri, invade subito l’abitacolo. Il resto viene appena ci si muove. Da brava bisbetica domata la Corsa OPC non ti sbatte subito sul muso i suoi 192 cavalli ma lo fa educatamente. E’ così dolce e progressiva che, sound a parte, si fatica anche a pensare che il suo 1.6 possa disporre di tanta potenza e che possa scattare da zero a 100 in poco più di sette secondi.
I pesi ben distribuiti e l’assetto rivisto consentono di guidare al limite in piena sicurezza, senza sorprese o reazioni scomposte. Il divertimento è garantito e il rischio che si ecceda con il piede destro senza rendersene conto è sempre dietro l’angolo. Anche perché l’ESP è molto democratico ed entra in funzione proprio quando non ne può più fare a meno, lasciando di conseguenza molta libertà al pilota.
Sempre ben piantata a terra, ha un comportamento molto neutro e in curva è difficile metterla in difficoltà. L’anteriore resta sempre in traiettoria e anche al limite riesce a tenere a bada la tentazione di cedere al sottosterzo. Unico neo, ma non è colpa della OPC, la visibilità ridotta nelle curve più strette a causa del montante anteriore piuttosto spesso.
Appena si apre la portiera però è un altro mondo. L’ambiente interno è prevalentemente scuro, come si addice alle sportive, e nonostante i sedili racing con appoggiatesta integrati, le cromature intorno a bocchette di aerazione e strumenti, il tachimetro con scala a 240 km/h e il volante in pelle a tre razze con impugnatura sportiva e base in alluminio, l’aria che si respira è improntata all’eleganza. Certo, potrebbe anche essere il solito bluff, giusto per sollecitare l’immaginazione sportiva più che offrirne la sostanza, ma non è così. La sostanza c’è: si vede e si sente.
Con la OPC arrivano di serie anche il controllo della stabilità ESP, i già citati cerchi in lega da 17" (optional da 18"), freni maggiorati (da 308 mm di diametro all’anteriore e da 264 al posteriore) con le pinze di colore blu, uno sterzo variabile-progressivo che è una rarità nel segmento, e un motore che non poteva non essere speciale.
Un motore con testata, pompa e collettore di aspirazione del turbo in alluminio, e con un peso complessivo di 131 kg, frutto di una progettazione congiunta Opel e BorgWarner Turbo Systems (ex-KKK), mentre tutta by Opel è l’ottimizzazione della distribuzione a 4 valvole per cilindro. Rispetto alla versione "normale" l’apertura dell’asse a camme è stata ridotta da 232° a 223° e l’escursione delle valvole da 8,5-9,5 mm a 7 mm, migliorando sia nel peso sia nell’attrito. La potenza specifica è ora di 120 CV/litro mentre la coppia di 144 Nm/litro. Il convertitore catalitico e la nuova centralina elettronica a tecnologia ibrida lo rendono inoltre facilmente adattabile alle future normative (Euro 5). Il prezzo non è ancora stato definito, ma dovrebbe essere compreso tra i 22.500 e i 23.000 euro.
Basta girare la chiave di accensione però per ritrovarsi in un altro mondo: un bel suono pieno, cupo, che si ascolta con piacere e che non tradirà le aspettative nemmeno a pieni giri, invade subito l’abitacolo. Il resto viene appena ci si muove. Da brava bisbetica domata la Corsa OPC non ti sbatte subito sul muso i suoi 192 cavalli ma lo fa educatamente. E’ così dolce e progressiva che, sound a parte, si fatica anche a pensare che il suo 1.6 possa disporre di tanta potenza e che possa scattare da zero a 100 in poco più di sette secondi.
I pesi ben distribuiti e l’assetto rivisto consentono di guidare al limite in piena sicurezza, senza sorprese o reazioni scomposte. Il divertimento è garantito e il rischio che si ecceda con il piede destro senza rendersene conto è sempre dietro l’angolo. Anche perché l’ESP è molto democratico ed entra in funzione proprio quando non ne può più fare a meno, lasciando di conseguenza molta libertà al pilota.
Sempre ben piantata a terra, ha un comportamento molto neutro e in curva è difficile metterla in difficoltà. L’anteriore resta sempre in traiettoria e anche al limite riesce a tenere a bada la tentazione di cedere al sottosterzo. Unico neo, ma non è colpa della OPC, la visibilità ridotta nelle curve più strette a causa del montante anteriore piuttosto spesso.
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