
Anche l’interno ha un look sui generis, con un motivo ad ali che si sviluppa dalla consolle centrale per solcare la plancia, prima, e continuare sulle portiere, poi. Lo stile è mutuato dalla Tribeca e non a caso entrambi gli abitacoli sono figli della matita di Andreas Zapatinas, ex capo dello stile Subaru. Le finiture sono solide, pur senza essere sfarzose. Tra le rivali c’è chi usa materiali più piacevoli al tatto ma in tema di precisione negli assemblaggi la Subaru ha poco da imparare.

Il perché è presto detto: se la nuova Impreza rompe con il passato da un punto di vista stilistico, sotto il profilo tecnologico resta invece fedelissima agli schemi tipici Subaru, a partire dalla trazione integrale permanente Symmetrical All-Wheel Drive (AWD per gli amici). Lo schema garantisce l’abbassamento del baricentro a livelli altrimenti impensabili e una distribuzione perfettamente equilibrata dei pesi tra il lato destro e quello sinistro. Il tutto sulla base del pianale della Legacy rivisto e aggiornato con una nuova sospensione posteriore a ruote indipendenti con doppio braccio.
2.000 Ad affiancarlo c’è un suo fratello maggiore da due litri, abbinabile a sua volta alla trasmissione manuale a cinque marce con riduttore oppure a un cambio automatico a quattro rapporti con funzione sequenziale Sportshift. Dotato di 150 cv a 6

In attesa della Impreza da sparo e di quelle bifuel, con alimentazione anche a GPL, oltre che del futuro avvento del motore turbodiesel, il listino è ancora da aggiustare negli ultimi dettagli. Pare tuttavia ormai assodato che la forbice dei prezzi debba andare da 18.000 a 24.000 euro. Come prassi della Subaru, già la dotazione base non lascia nulla al caso. Standard sono infatti tra le altre cose 6 airbag, il clima automatico, la radio CD e i poggiatesta attivi.
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