Subaru Legacy e Outback 3.0R - Il sei cilindri è stato rivisto interamente e ora adotta un inedito sistema di alzata variabile delle valvole abbinato al sistema di fasatura variabile. Un lavoro attento anche ai consumi, con percorrenze medie dichiarate di poco più di 10 km/litro nel ciclo combinato e di 7,2 km/litro nel ciclo urbano per la Legacy Touring Wagon. Il consumo combinato è uguale per la Outback, un poco inferiore per la berlina (10,4 km/litro).
Come sempre in Subaru, lo schema di trazione per le auto con cambio manuale e quelle con cambio automatico è differente. La 3.0R, solo automatica, ha tre differenziali con quello centrale abbinato a frizioni comandate elettricamente che provvedono a distribuire la trazione alla bisogna, modificando in caso di perdite di aderenza il rapporto iniziale di 45,5% alle ruote anteriori e 54,5% a quelle posteriori.
Insomma, in un gioiello di carrozzeria realizzata piegando le lamiere in un origami automobilistico che punta a ottenere il miglior rapporto peso-resistenza, in Subaru hanno incastonato un vero gioiello di raffinatezza tecnica. E i numeri della scheda tecnica parlano chiaro. Come le sensazioni della prova su strada. Ho provato il nuovo tremila sul corpicione della Outback: 473 centimetri di lunghezza massima, 20 centimetri di altezza minima da terra (quanto i migliori fuoristrada), tetto rialzato e barre portatutto per un totale di 154 centimetri di altezza massima, ruote da 17 pollici con pneumatici misti.
Lo sterzo è perfetto per guidare la Outback nelle traiettorie corrette ed è davvero un piacere pennellare ogni curva, più piacevole e divertente che con molte auto dichiaratamente sportive. Il tremila spinge bene sia ai bassi (a 1000 giri eroga circa 130Nm) sia agli alti regimi e non guasterebbe un rombo più cupo e meno educato per soddisfare timpani sportivi.
Ottimo anche il cambio in qualsiasi configurazione: dolce in Drive, molto più diretto e attento alla strada (curve, discese e salite) e allo stile di guida se si sposta la leva a sinistra e si seleziona Sport. Divertente e utile in montagna il comando manuale sequenziale, malgrado un piccolo ritardo di risposta, e con un intelligente cicalino che avvisa se non può inserire la marcia desiderata evitando di trovarsi in pieno tornante in terza pensando di essere in seconda come avviene con altri cambi automatici che non avvisano.
Facili da dosare i freni, anche se un impianto più potente forse sarebbe più adatto a chi sceglie l’Outback con il sei cilindri per divertirsi. Inutile dire che su neve e ghiaccio una Subaru si muove senza difficoltà, tanto meglio una Legacy o una Outback. La metto alla prova sul ghiaccio vivo con gomme estive per verificare sul campo le sue doti di trazione e i suoi sistemi elettronici di controllo. Con i sistemi disinseriti e un poco di attenzione, la Outback si muove bene e mantiene anche un buon controllo.
Comfort attivo, grazie alla facilità e al piacere di guida, e comfort passivo, con un abitacolo silenzioso e sospensioni che filtrano bene la ruvidità della strada. Sulla Outback qualche fruscio aerodinamico in velocità, però, è di troppo. Comunque, chi la prova non ne vuole più scendere.
Come sempre in Subaru, lo schema di trazione per le auto con cambio manuale e quelle con cambio automatico è differente. La 3.0R, solo automatica, ha tre differenziali con quello centrale abbinato a frizioni comandate elettricamente che provvedono a distribuire la trazione alla bisogna, modificando in caso di perdite di aderenza il rapporto iniziale di 45,5% alle ruote anteriori e 54,5% a quelle posteriori.
Insomma, in un gioiello di carrozzeria realizzata piegando le lamiere in un origami automobilistico che punta a ottenere il miglior rapporto peso-resistenza, in Subaru hanno incastonato un vero gioiello di raffinatezza tecnica. E i numeri della scheda tecnica parlano chiaro. Come le sensazioni della prova su strada. Ho provato il nuovo tremila sul corpicione della Outback: 473 centimetri di lunghezza massima, 20 centimetri di altezza minima da terra (quanto i migliori fuoristrada), tetto rialzato e barre portatutto per un totale di 154 centimetri di altezza massima, ruote da 17 pollici con pneumatici misti.
Lo sterzo è perfetto per guidare la Outback nelle traiettorie corrette ed è davvero un piacere pennellare ogni curva, più piacevole e divertente che con molte auto dichiaratamente sportive. Il tremila spinge bene sia ai bassi (a 1000 giri eroga circa 130Nm) sia agli alti regimi e non guasterebbe un rombo più cupo e meno educato per soddisfare timpani sportivi.
Ottimo anche il cambio in qualsiasi configurazione: dolce in Drive, molto più diretto e attento alla strada (curve, discese e salite) e allo stile di guida se si sposta la leva a sinistra e si seleziona Sport. Divertente e utile in montagna il comando manuale sequenziale, malgrado un piccolo ritardo di risposta, e con un intelligente cicalino che avvisa se non può inserire la marcia desiderata evitando di trovarsi in pieno tornante in terza pensando di essere in seconda come avviene con altri cambi automatici che non avvisano.
Facili da dosare i freni, anche se un impianto più potente forse sarebbe più adatto a chi sceglie l’Outback con il sei cilindri per divertirsi. Inutile dire che su neve e ghiaccio una Subaru si muove senza difficoltà, tanto meglio una Legacy o una Outback. La metto alla prova sul ghiaccio vivo con gomme estive per verificare sul campo le sue doti di trazione e i suoi sistemi elettronici di controllo. Con i sistemi disinseriti e un poco di attenzione, la Outback si muove bene e mantiene anche un buon controllo.
Comfort attivo, grazie alla facilità e al piacere di guida, e comfort passivo, con un abitacolo silenzioso e sospensioni che filtrano bene la ruvidità della strada. Sulla Outback qualche fruscio aerodinamico in velocità, però, è di troppo. Comunque, chi la prova non ne vuole più scendere.
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