domenica 8 luglio 2007

Lamborghini Murciélago

Lamborghini Murciélago - IL TRIANGOLO SI’ La Murciélago mi aspetta nel Centro Stile Lamborghini, diretto da Luc Donkerwolke, personaggio decisamente più semplice e affabile del suo cognome. Una bella matita che ha tolto il cappello alla Murciélago con grande stile, riprendendo il gioco di triangoli e linee tese della versione coupé, ma dando alla coda una personalità ancor più forte, con due bei montanti che percorrono tutto il cofano come campate di un ponte avveniristico e un bel gioco di triangoli neri per far respirare il V12.

COPPOLA La Murciélago Roadster è proprio una vera roadster, una scoperta essenziale, estrema, da usare sempre aperta per la gioia dei clienti californiani. In caso di pioggia si può montare una capottina che pare una coppola, con un telaio pieghevole che si fissa al posto del vetrino tra i sedili e si aggancia al parabrezza. Si fissano poi due longheroni che garantiscono la tenuta della capote sui vetri, una barretta per tenere in tensione il telo e, infine, si aggancia il telo alla carrozzeria. Una operazione più difficile da descrivere che da effettuare. Ma è quello che dobbiamo fare: Giove Pluvio non promette nulla di buono quando ci avviamo sugli Appennini del modenese. E sia…

BICOLORE Il posto di comando è come si pensa sia quello di un’astronave, con una grande plancia che avvolge i due posti. È disponibile anche una versione con colori differenti della pelle per il posto di comando e per la ciurma: una idea originale che con i giusti abbinamenti può fare la sua porca figura (o una figura porca se avete il gusto di un cozzaro con le retine cotte dal sole).

TUTTI ZITTI La posizione di guida si regola bene su tutte le taglie, grazie all’escursione chilometrica del volante in altezza e in profondità e alle regolazioni del sedile (anche se il pomello per regolare l’inclinazione dello schienale è un po’ troppo tagliente ai bordi per un oggetto di valore come la Lambona). Sulla Murciélago non si usa il cellulare: non è un problema di sicurezza stradale, non si sa proprio dove metterlo, anche se vi siete svenati per comprare il modello più piccolo sul mercato.

ROBOT-AGE Parto con una giallona equipaggiata con il cambio robotizzato e.gear, comandato da due leve in metallo sagomate come due ali di angelo stilizzate. Due piccole sculture che rimangono però legate al piantone di sterzo, non raggiungibili quando si curva se non staccando le mani dal volante. Un cambio che funziona davvero bene, anche quando partiamo tranquilli lasciando la Lamborghini in attesa che il dodici si scaldi un po’. Anche ad andatura da funerale la Murciélago si lascia guidare come una utilitaria, con il motore che non soffre i regimi da traffico e il cambio che passa docilmente da una marcia all’altra.

CARBON Grazie alla pelle in carbonio e alla struttura mista del telaio, con il traliccio d’acciaio abbinato a parti in carbonio, il rospone giallo riesce a contenere il peso in poco meno di 17 quintali a secco. Infatti, mi aspettavo di avere una sensazione di peso maggiore di quanto in effetti percepisco seduto al volante.

APPENNINO, ARRIVIAMO! Ci allontaniamo dalle strade più affollate e tra poco inizieremo a usare anche i freni seriamente. Nel frattempo il dodici si è scaldato e, in un paio di sorpassi, ho tirato un po’ le marce. Il cuore della Murciélago è davvero un cuore d’oro: risponde con cortese sollecitudine appena si preme il pedale dell’acceleratore e sale in fretta di giri, con una spinta forte dopo i 4500 giri come un calcione nel fondoschiena. Il cambio di carattere è percepito anche dai piccoli ossicini preposti a trasmettere i suoni: il dodici inizia a urlare come un tifoso inveisce contro un arbitro cornuto. Ad ogni cambiata, l’inserimento della marcia più lunga è confermato da un altro urlo, come se avessimo schiacciato maldestramente l’alluce al mostro a due teste.

FALSA GRASSA Ed è sorprendentemente agile anche sulle curve appenniniche, facile da controllare anche se si fa aderire il pedale del gas come un cerotto al tappetino. Malgrado la mancanza del tetto, l’ossatura della Roadster è bella rigida, con vibrazioni minime anche nel punto più delicato di una scoperta, la cornice del parabrezza che trasmette vibrazioni minime anche sulle strade appenniniche non sempre lisce come biliardi.

PIM PUM PAM In alcune staccate mi faccio aiutare dal motore e scalo strizzando le ali: il cambio e.gear funziona davvero bene, non sbaglia una cambiata e non ha mai una incertezza. Seleziono la modalità Sport premendo sul tunnel centrale e le cambiate sono davvero secche, delle botte sul sedile, ma anche molto veloci.

CONCERTO La Murciélago Roadster senza capote è un’altra auto. Il rumore di ferramenta sparisce (così come la targhetta stile Ferrovie dello Stato sulla parte interna della capote che avvisa di non superare i 160 km/h a capote montata) e si apprezza soltanto l’urlo quando si preme sull’acceleratore. Una vera soddisfazione sentire il mostro che urla tutto il suo disappunto. Dopo una curva troviamo il pubblico che deve aver sentito la bestia gialla arrampicarsi dalla valle e incita a pestare sull’acceleratore. Emiliani, gente che per i motori ha orecchio…

ESTREMA È un mostro un po’ fuori misura, decisamente estremo, ma la Murciélago alla fine mi sorprende per la sua guidabilità e per la sua docilità a essere guidata in ogni situazione. E per la facilità con cui si tira fuori tutta la rabbia del suo cuore da atleta a dodici ventricoli che per migliorare l’ossigenazione apre le due grandi narici sui lati, grandi come ali. Il capitano informa che tra poco atterreremo… Purtroppo.

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