lunedì 9 luglio 2007

Mercedes SLK

Mercedes SLK - È una Mercedes ed è una SLK, difficile resistere al piacere di ammirarla in tutti i dettagli prima di mettersi in viaggio. La nuova versione della roadster si è affinata. La precedente, lanciata nel 1996, aveva una linea leggermente più pesante con le sue forme un po' squadrate, il che non ha impedito a Mercedes di venderne 308.000 esemplari. Un vero successo quindi, che andava capitalizzato. È ormai cosa fatta con questa nuova SLK molto più elegante: il cofano allungato che scende piano piano verso un frontale tagliente, una massiccia nervatura centrale simile a un naso a punta che ricorda la sua sorella maggiore, la SLR McLaren. La parte posteriore, corta e decisamente muscolosa, sfoggia forme più tondeggianti e due bei tubi di scappamento cromati.

La città offre al visitatore alcune belle strade, fra cui la pittoresca rue de Jérusalem, una viuzza stretta fiancheggiata da vecchie case collegate tra di loro da passerelle coperte. Ma quello che ci colpisce di più è certamente il castello d'Aigle che monta di guardia in mezzo alle vigne con lo scenario grandioso dei monti alle spalle. Questo antico feudo savoiardo (XIII XIV sec.) accoglie oggi il Museo della vigna e del vino.

Coupé e roadster

Aver ripreso il concetto del tetto ripiegabile, che aveva fatto sensazione negli anni trenta, in particolare con le famose Peugeot Éclipse, e averlo rilanciato nel 1996... ossia quattro anni prima della 206 CC di Peugeot, è il colpo di genio del marchio! La formula è seducente, poiché offre due filosofie in una sola vettura e rassicura anche i proprietari di cabriolet che temono la coltellata intenzionale sulla capote. Ma la SLK doveva essere bella sia in versione coupé che in roadster... e la scommessa è vinta.

Lascerai Aigle prendendo la route 11 in direzione Leysin. Rapidamente, la pendenza diventa ripida con molti tornanti: intorno, vigneti aggrappati a colli scoscesi per qualche chilometro, poi gole strette e boscose. Se non hai decapottato, è il momento di farlo: basta premere un pulsante sulla console centrale e l'hard-top sparisce nel cofano... La felicità in 22 secondi!

La strada verso Gstaad prosegue poi via il col du Pillon a 1546 m d'altitudine, ossia una pendenza di quasi 400 m partendo dai Diablerets. Va ricordato che secondo l'altitudine, l'ora del giorno e l'esposizione, l'escursione termica in montagna può variare di una decina di gradi in qualche minuto. È uno degli svantaggi del cabriolet. Siccome non è sempre possibile fermarsi per infilare una maglia di lana, la soluzione consiste il più delle volte nell'azionare i sedili riscaldati.

Arrivato al valico, una sosta è d'obbligo. Posteggia ai piedi della teleferica che ti porterà al ghiacciaio dei Diablerets (o "Glacier 3 000"), uno dei più grandi della Svizzera e il punto culminante delle Alpi vodesi e del Saanenland. Anche qui, a 3000 m di altezza, la vista spazia sulle più belle vette delle Alpi, e per tutti coloro che sono portati più all'azione che alla contemplazione, il ghiacciaio offre numerose attività: escursioni, via Ferrata, snowpark, cani da slitta, sci estivo...

Potrai quindi passeggiare nel centro pedonale, ammirando i grandi chalet dalle facciate riccamente decorate. Alcuni antiquari, bei negozi di decorazione e alcuni marchi prestigiosi (Cartier, Davidoff...), ma anche molti caffè con tavolini all'aperto dove il semplice mortale può deliziarsi con un boccale di birra. Luogo emblematico di Gstaad, lo Chesery, un ristorante dalle decorazioni montane molto smart, dove puoi assaggiare un'insalata tiepida di funghi porcini marinati alle erbette e olio di oliva, capretto del Saanenland alle erbe di montagna...

Con la sua antica chiesa (XI sec.), il castello (XVI sec.), i suoi chalet fioriti e lo sciacquio della sua fontanella davanti alla panetteria, Rougemont è un inno alla vita pastorale... L'essenza della way of life svizzera... O perlomeno come ce l'immaginiamo noi stranieri. Per completare questo ritratto di Rougemont con una nota contrastata e people, segnaliamo che la principessa Diana terminò qui i suoi studi, dal 1976 al 1978, in quella che gli Inglesi chiamano una finishing school.

All'uscita delle gole, una valle bucolica: l'Etivaz. Qui si produce uno dei migliori formaggi d'alpeggio, il primo ad aver ottenuto in Svizzera l'appellativo DOC. E' prodotto a partire da latte fresco riscaldato sul fuoco di legna in grandi paioli di rame e affinato da 6 a 12 mesi.

Nessun commento:

eXTReMe Tracker