martedì 17 luglio 2007

Peugeot 4007

Peugeot 4007 - La nota distintiva più evidente è rappresentata dal frontale. A dominare la scena è ancora una volta l’enorme bocca che si apre nel paraurti di tutte le Peugeot più recenti. Qui però l’apertura è schermata da una serie di listelli cromati a pettine, neanche fosse vorace e temibile come Hannibal Lecter.

Il cofano è conformato di conseguenza e ha un motivo a V che parte dallo stemma. La fiancata scivola via senza annotazioni di rilievo, con i passaruota paffutissimi e il taglio geometrico dei finestrini identico a quello di Mitsubishi e Citroën. Altre particolarità si trovano invece in coda, dove spiccano le luci rosse come rubini divise da un listello alluminio. Nell’abitacolo si notano rivestimenti specifici anche per i pannelli portiera.

Il tutto senza contare il motore: a oggi la Mitsubishi monta un due litri TDI da 140 cv di origine Volkswagen mentre 4007 e C-Crosser hanno un 2.2 HDi da 156 cv con turbina a geometria variabile realizzato a quattro mani con il Gruppo Ford. Questa è però una differenza "passeggera": presto la Outlander si uniformerà adottando lo stesso motore delle sorellastre. Per il resto, ci sono solo elementi in comune, a partire dal sistema di trazione integrale inseribile.

Anche a prezzi le due francesi si equivalgono al centesimo. Le versioni base, Tecno per la 4007 e Crociera Gialla per la C-Crosser, costano entrambe 33.500 euro, con di serie tra le altre cose il controllo elettronico della stabilità, il cruise control, il climatizzatore, la panchetta estraibile nel piano del bagagliaio per portare a sette il numero dei posti e i fendinebbia. La 4007 Féline ha invece un prezzo di 37.100 euro, come la C-Crosser Crociera Nera, e ha standard anche i sedili riscaldabili e rivestiti in pelle, i cerchi da 18", i fari allo xeno e i sensori posteriori di parcheggio.

Come la Citroën, la Peugeot veste bene più o meno tutti. Il posto di guida è leggermente rialzato e permette a quasi chiunque di ricreare la posizione preferita nonostante il volante si regoli soltanto in altezza e non in profondità. Anche i passeggeri hanno di che stare allegri, specie quelli della fila centrale. Per loro ci sono centimetri in abbondanza in ogni direzione.

Questo turbodiesel non è solo discreto ma anche energico, con un tiro robusto già ai regimi più bassi. Attorno ai 2.000 giri il suo passo si fa più allegro e fino ai 4.000 il crescendo è molto vivace. Non che da qui in poi la birra manchi: semplicemente la spinta si fa meno brillante e arrivare a quota 5.000 diventa un’operazione fattibile ma poco redditizia.

Il volante non è esattamente chirurgico nell’impostare le traiettorie, tuttavia, la sincerità del telaio e dell’assetto consentono di viaggiare spediti e con il sorriso sulle labbra anche forzando il passo.

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