mercoledì 12 settembre 2007

Maserati Quattroporte

Maserati Quattroporte - Quello che onestamente mi ha più colpito è l’interesse verso la Quattroporte anche dei più giovani. Scontato l’amore per la Maserati da chi ne ha vissuta l’epoca più gloriosa, sorprende che a fare capannello ogni volta che si parcheggia ci siano anche frotte di teenager con jeans d’ordinanza a vita ultrabassa e ragazzini con la cartella in spalla.

Estetica a parte, la Quattroporte è una double face che si può giudicare con diversi metri di valutazione, a seconda del ruolo che si assume: da autista o da pilota (tra i due la differenza c’è, eccome…), oppure da passeggero. Tra tutti, il primo è sicuramente quello che apprezza di meno questa Maserati. Già nei primi metri l’ammiraglia del Tridente fa ben poco per mettere a suo agio chi lavora con il volante tra le mani, rendendo difficile capire gli esatti ingombri, specie nella parte anteriore. Per quanto si cerchi di essere prudenti e di restare a distanza di sicurezza, il muso è sempre più lungo di quel che sembra.

All’autista resta sicuramente indigesto pure il vano bagagli. Il suo volume non è eccezionale e complica non poco la vita a chi deve incastrare le valigie dei passeggeri senza avere conseguito un master in Tetris. Meno complicato di quel che appare è invece il rapporto con il cambio robotizzato DuoSelect a sei marce con funzione automatica. La levetta sul tunnel serve solo per decidere se si vuole marciare in avanti o indietro e anche le levette al volante per la selezione manuale delle marce possono essere scordate, dando piena delega al chip.

Un altro bottoncino magico è quello sottostante, che attiva la modalità Sport riducendo i tempi di cambiata e agisce sul sistema Skyhook, che irrigidisce gli ammortizzatori. In condizioni normali la Maserati adotta una taratura di compromesso ma quando si vuole passare dal trotto al galoppo è meglio avere un assetto più duro, a costo anche di dover sopportare qualche scossone in più e qualche cigolio dalla componentistica.

Il V8 4.2, nelle cui vene scorre anche sangue Ferrari, è una vera forza della natura. Nonostante la Quattroporte non sia un peso piuma, con i suoi 1.860 kg a secco, assicura prestazioni degne delle sportive più accreditate. I numeri salienti parlano di 400 cv, di 451 Nm, di 5,2 secondi nello 0-100 km/h e di una punta velocistica di 275 km/h. Il suo crescendo è rossiniano, con una progressione che pare interminabile.

A chi è destinato al divano posteriore fa invece piacere scoprire che oltre il 75% della coppia è disponibile già a 2.500 giri, a tutto vantaggio dell’elasticità e della fluidità di marcia. Gira e rigira, tra tutte le persone che si sono avvicendate sui sedili della Quattroporte durante la sua permanenza in redazione credo che i due più soddisfatti sono stati il fratello di un collega e gentile signora che ho accompagnato all’altare. Il loro giudizio entusiastico è stato un motivo in più per cedere a mia volta il volante e calarmi nei panni del Presidente Ciampi, un habituè del divano della Quattroporte.

In conclusione, se si chiude un occhio sulle percorrenze medie, nell’ordine dei 5 km/litro, questa Maserati è un’auto da cui non ci si separa affatto volentieri. Resta tuttavia un solo dubbio. Quanti tra i potenziali clienti della Quattroporte preferiscono un compromesso di lusso come questo a due scelte ben distinte, con da una parte una berlina di rango e una sportiva "vere"? Provate per gioco a vedere nei listini quali accoppiate si realizzano con a disposizione 112.101 euro…

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