giovedì 6 settembre 2007

Opel Astra GTC

Opel Astra GTC - Un’altra auto anche se non potrebbe che chiamarsi Astra. Non è infatti così immediato distinguerla dalla berlina se la si osserva di fronte. La mascherina è leggermente diversa, i paraurti più sporgenti e le prese d’aria di dimensioni maggiori. Gli spagnoli, per esempio, che per primi l’hanno vista su strada, sembrava non percepissero subito le differenze. Solo nel traffico, quando c’è tempo di osservarsi a vicenda, qualche vicino lanciava occhiate di curiosità giustificata.

Dove si notano di più le differenze estetiche è nella vista laterale, questa sì davvero originale. Il montante centrale spostato indietro e colorato di nero accentua la linea arcuata del tetto e allunga visivamente la striminzita sezione vetrata. Inoltre, la portiera allungata, le fiancate forti, la linea di cintura alta e i finestrini schiacciati esaltano più di quanto non sia la curvatura stessa del tetto. Che termina posteriormente con un lunotto ridotto a uno spioncino e con un accenno di sedere in coda. Dove dominano due bei gruppi ottici avvolgenti che si insinuano in avanti sul fianco della carrozzeria con un effetto tridimensionale di grande impatto visivo.

Optional esclusivo sulla GTC un parabrezza Panorama, mai visto finora su un’auto: una lastra di vetro che senza soluzione di continuità si dipana dalla base del parabrezza fino sul tetto in corrispondenza dei sedili posteriori, senza presentare elementi trasversali o cornici ad interromperne la superficie. Un effetto insolito, che a un primo approccio statico (arriverà più avanti) dà la sensazione di guidare senza parabrezza. Ci si sente un po’ osservati e senza intimità, come se si fosse senza vestiti. Rimandiamo il giudizio a una prova stradale nel traffico.

Di tutti però la grande novità è l’IDS Plus, offerto a richiesta, che attraverso una taratura continua degli ammortizzatori in funzione delle condizioni stradali, migliora il comfort di marcia, ma, nella modalità Sport, interviene anche sulla reazione dello sterzo, indurendolo, e sulla sensibilità dell’acceleratore, migliorandola.

Nove i motori a disposizione: cinque a benzina e quattro diesel, tutti sviluppati dalla Powertrain, la società mista Fiat-GM da cui nascono anche i famosi Multijet o a iniezione multipla common rail. Tra i benzina si comincia con un 1.4 da 90cv, per passare un successione a un 1.6 da 105 cv, a un 1.8 da 125cv per finire con due turbo da due litri: uno da 170cv e l’altro da 200cv. Per i diesel si inizia con un 1.3 CDTI common rail da 90cv, per continuare con il 1.7 turbo e finire con due 1.9 litri da 120 e 150cv.

Trasmissioni manuali a cinque rapporti per le cilindrate più basse a benzina e per il 1,7 CDTI, a sei rapporti per tutte le altre (a richiesta per il 1.7 CDTI). Automatiche a richiesta per le 1.6 e 1.8 benzina. Freni a disco anteriori e posteriori per tutte le versioni, tranne per le 1.4 e 1.6 benzina che hanno freni posteriori a tamburo.

Tre infine gli allestimenti: Enjoy, quello basic (climatizzatore, stereo e ABS di serie); Sport, con in più cerchi in lega, ESP e sedili sportivi; Cosmo, che ai precedenti aggiunge parabrezza Panorama e sedili in pelle/tessuto di serie. Prezzi da 16.350 euro per la 1.4 Enjoy; 17,150 per la 1.6 (+500 euro per il cambio automatico); 18.450 per la 1.8 benzina, mentre la versione diesel più economica parte dai 18.050 euro della 1.3 CDTI , ai 18.650 per 1.7 e 22.850 per la 1.9 CDTI da 150 cv.

La qualità percepita a bordo è quella che già conosciamo dell’Astra: ottime plastiche, ottimi tessuti, design moderno e ricchezza di comandi e sofisticatezze varie. Viene istintivo per esempio, buttare la mano sinistra verso il basso alla ricerca di un pulsante che regoli elettricamente il sedile del pilota.

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