BMW Z4 - È di un'armonia stilistica incontestabile: la silhouette crea un'impressione di grande fluidità grazie alla linea del tetto senza interruzioni. I muscoli corrono sotto la pelle del felino grazie al gioco di superfici concave e convesse. La coda emana un'impressione di potenza perfettamente salda sulla strada, un'impressione rinforzata dallo sbalzo ridotto all'osso: i due posti sono come letteralmente appoggiati sulle ruote posteriori.
Innanzitutto l'esiguità: i due sedili sono incollati ad una parete posteriore posta molto in avanti, lo spazio per le gambe e l'altezza al tetto sono misurati ai minimi termini. Poi, l'essenzialità del cruscotto e l'ergonomia perfetta dei comandi: non c'è nessun pulsante di troppo che potrebbe distrarre il guidatore dalla strada; coloro che hanno già viaggiato a più di 200 km/h su un'autostrada tedesca lo sanno: a forte velocità, non ci si sogna neanche di manipolare un CD o di telefonare con il GSM.
Il bolide è rovente, scaldato dal sole di piombo che schiaccia questo parcheggio dell'Ovest parigino da qualche ora. Su questi 200 km di strada, la mia coupé Z4 si svela a poco a poco, tra due campi di cerali. Le sospensioni rigide assorbono la minima asperità sulla strada; le accelerazioni sono folgoranti e il guidatore dispone di tanta coppia da non saper più cosa farne.
È quel che ci voleva per verificare che la coupé Z4 raggiunge i 100 km/h in 5 secondi, più veloce di una Porsche Cayman S. Mi sono ben guardato dal disinserire il servosterzo elettronico, prezioso per «ricuperare» certe uscite di curva negoziate alla carlona. Ma siccome il campo di utilizzo della coppia è rilevante, si riesce quasi a concatenare una curva dietro l'altra senza giocare continuamente con la leva del cambio.
Innanzitutto l'esiguità: i due sedili sono incollati ad una parete posteriore posta molto in avanti, lo spazio per le gambe e l'altezza al tetto sono misurati ai minimi termini. Poi, l'essenzialità del cruscotto e l'ergonomia perfetta dei comandi: non c'è nessun pulsante di troppo che potrebbe distrarre il guidatore dalla strada; coloro che hanno già viaggiato a più di 200 km/h su un'autostrada tedesca lo sanno: a forte velocità, non ci si sogna neanche di manipolare un CD o di telefonare con il GSM.
Il bolide è rovente, scaldato dal sole di piombo che schiaccia questo parcheggio dell'Ovest parigino da qualche ora. Su questi 200 km di strada, la mia coupé Z4 si svela a poco a poco, tra due campi di cerali. Le sospensioni rigide assorbono la minima asperità sulla strada; le accelerazioni sono folgoranti e il guidatore dispone di tanta coppia da non saper più cosa farne.
È quel che ci voleva per verificare che la coupé Z4 raggiunge i 100 km/h in 5 secondi, più veloce di una Porsche Cayman S. Mi sono ben guardato dal disinserire il servosterzo elettronico, prezioso per «ricuperare» certe uscite di curva negoziate alla carlona. Ma siccome il campo di utilizzo della coppia è rilevante, si riesce quasi a concatenare una curva dietro l'altra senza giocare continuamente con la leva del cambio.
La coupé Z4 è definitivamente una vettura monomaniaca che detesta i compromessi e le concessioni : non è adatta né al turismo né alla passeggiata relax. Riservata ad una élite che cerca il grande brivido, non può deludere.
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