Lexus GS 450h - AGUZZATE LA VISTA Riconoscere la GS 450h dalle sorelle a benzina è quasi impossibile. L’unica soluzione è dare una sbirciata alla coda, sormontata da uno spoilerino, o alle modanature sottoporta e aguzzare la vista per leggere la scritta identificativa. La linea è dunque quella nota, con uno stile reso personale soprattutto dal taglio attillato e spiovente del padiglione, che gira svelto sopra le teste dei passeggeri e si stiracchia verso la coda. L’impressione trasmessa è di sportività, con un look quasi da coupé e comunque ben più atletico rispetto alla media delle classiche berline a tre volumi. Forse la Lexus non avrà il blasone e il richiamo di alcune rivali europee ma a certi livelli anche un po’ di understatement può far piacere.
SOTTO ZERO Qualche indizio in più per capire che la 450h non è una GS qualsiasi lo si ha dall’abitacolo. La strumentazione, che da spenta mostra una finitura che la rende simile al fondo di una pentola d’acciaio, è priva di contagiri. Al suo posto c’è un curioso indicatore che mostra quale è in ogni momento la potenza in kW utilizzata dalla Lexus per muoversi. Al di sotto dello zero c’è una zona blu, che la lancetta occupa quando si sta decelerando o semplicemente in fase di rilascio, quando cioè il sistema ricarica le batterie del motore elettrico. La stessa informazione viene fornita anche dal piccolo display alla base del tachimetro, che illustra per sommi capi i flussi di energia tra il motore termico, quello elettrico, le batterie e le ruote.
IN INCOGNITO La GS 450h è comunque una vera ibrida, nel senso che in alcune (brevi) fasi della guida, come nelle partenze e nella marcia a bassa velocità, è il solo motore elettrico a sobbarcarsi tutto il lavoro. In questi momenti il V6 3.5 a iniezione diretta D-4S e con doppia fasatura variabile VVT se ne sta in panciolle, con le braccia incrociate. Una parentesi dedicata a chi ha familiarità con le sigle Lexus: non c’è alcun errore di battitura. Questa versione ha un motore da 3,5 litri ma si chiama 450 e non 350 perché, a detta degli uomini della Casa, con l’aiuto del motore elettrico questo V6 sembra avere 1.000 cc in più. Visti i 345 cv di potenza massima, la scusa sembra buona...
CAPISCE AL VOLO E non è solo una sensazione. Nello scatto da 0 a 100 km/h il cronometro si ferma dopo 5,9 secondi, mentre insistendo si arriva d’un fiato a 250 km/h, un limite che la sevara centralina considera invalicabile. In ripresa, a orecchio, le cose vanno anche meglio e i soli 4,7 secondi necessari per passare da 80 a 120 ne sono una prova. Il cambio automatico a variazione continua E-CVT è gestito da una centralina bella sveglia, che capisce al volo le intenzioni del pilota e cambia rapidamente il rapporto, assicurando una gran prontezza nei rilanci. La stessa rapidità si ha anche nell’uso sequenziale.
SILENZIO, SI VOLA Fuori dalle mura cittadine, la Lexus mostra il più classico pugno di ferro in guanto di velluto. Il comfort di marcia è elevatissimo e il silenzio regna sempre sovrano. Restando nei limiti imposti dal codice della strada, si sceglie se godere della stessa quiete che si avrebbe su un aliante oppure se lasciarsi cullare dalle note dello stereo Mark Levinson con ben 14 casse. Solo in autostrada, con lo stereo spento e armati magari di stetoscopio, s’inizia ad avvertire qualche lievissimo fruscio dagli specchietti una volta superati i 160 km/h. Anche a velocità prossime a quella massima la situazione non peggiora e, se non si sta attenti agli strumenti, ci si ritrova a tenere andature di crociera ben superiori ai 200 km/h.
IL CHIP VIGILA L’elettronica raffinatissima vigila su tutto ma il più delle volte potrebbe andare in pausa caffé. Solo in uscita dalle curve lente, come tornanti o rotonde, se si pesta di brutto sull’acceleratore, le ruote posteriori pattinano e la coda allarga appena prima che il sistema VDIM (che coordina le operazioni di tutte le centraline di bordo) riporti la GS sulla retta via. A scopo precauzionale, comunque, alla Lexus hanno deciso che il controllo della trazione TRC non si possa escludere, se non a bassa velocità. Il merito del buon comportamento stradale della GS 450h va in parte anche alle sospensioni adattive AVS con due programmi di funzionamento, Normal e Sport.
Oltre ai vari dispositivi sin qui citati, sono standard tra le altre cose anche dodici airbag, i sedili elettrici in pelle, i fari allo xeno adattivi con lavafari, il tetto apribile, il cruise control adattivo ACC e il sistema PCS che, tramite un radar, scruta l’orizzonte e prepara freni, cinture di sicurezza e sospensioni per limitare i danni ai passeggeri e all’auto qualora avverta il rischio di un incidente. Impossibile chiedere di più e non solo per modo di dire: di optional non c’è traccia…
SOTTO ZERO Qualche indizio in più per capire che la 450h non è una GS qualsiasi lo si ha dall’abitacolo. La strumentazione, che da spenta mostra una finitura che la rende simile al fondo di una pentola d’acciaio, è priva di contagiri. Al suo posto c’è un curioso indicatore che mostra quale è in ogni momento la potenza in kW utilizzata dalla Lexus per muoversi. Al di sotto dello zero c’è una zona blu, che la lancetta occupa quando si sta decelerando o semplicemente in fase di rilascio, quando cioè il sistema ricarica le batterie del motore elettrico. La stessa informazione viene fornita anche dal piccolo display alla base del tachimetro, che illustra per sommi capi i flussi di energia tra il motore termico, quello elettrico, le batterie e le ruote.
IN INCOGNITO La GS 450h è comunque una vera ibrida, nel senso che in alcune (brevi) fasi della guida, come nelle partenze e nella marcia a bassa velocità, è il solo motore elettrico a sobbarcarsi tutto il lavoro. In questi momenti il V6 3.5 a iniezione diretta D-4S e con doppia fasatura variabile VVT se ne sta in panciolle, con le braccia incrociate. Una parentesi dedicata a chi ha familiarità con le sigle Lexus: non c’è alcun errore di battitura. Questa versione ha un motore da 3,5 litri ma si chiama 450 e non 350 perché, a detta degli uomini della Casa, con l’aiuto del motore elettrico questo V6 sembra avere 1.000 cc in più. Visti i 345 cv di potenza massima, la scusa sembra buona...
CAPISCE AL VOLO E non è solo una sensazione. Nello scatto da 0 a 100 km/h il cronometro si ferma dopo 5,9 secondi, mentre insistendo si arriva d’un fiato a 250 km/h, un limite che la sevara centralina considera invalicabile. In ripresa, a orecchio, le cose vanno anche meglio e i soli 4,7 secondi necessari per passare da 80 a 120 ne sono una prova. Il cambio automatico a variazione continua E-CVT è gestito da una centralina bella sveglia, che capisce al volo le intenzioni del pilota e cambia rapidamente il rapporto, assicurando una gran prontezza nei rilanci. La stessa rapidità si ha anche nell’uso sequenziale.
SILENZIO, SI VOLA Fuori dalle mura cittadine, la Lexus mostra il più classico pugno di ferro in guanto di velluto. Il comfort di marcia è elevatissimo e il silenzio regna sempre sovrano. Restando nei limiti imposti dal codice della strada, si sceglie se godere della stessa quiete che si avrebbe su un aliante oppure se lasciarsi cullare dalle note dello stereo Mark Levinson con ben 14 casse. Solo in autostrada, con lo stereo spento e armati magari di stetoscopio, s’inizia ad avvertire qualche lievissimo fruscio dagli specchietti una volta superati i 160 km/h. Anche a velocità prossime a quella massima la situazione non peggiora e, se non si sta attenti agli strumenti, ci si ritrova a tenere andature di crociera ben superiori ai 200 km/h.
IL CHIP VIGILA L’elettronica raffinatissima vigila su tutto ma il più delle volte potrebbe andare in pausa caffé. Solo in uscita dalle curve lente, come tornanti o rotonde, se si pesta di brutto sull’acceleratore, le ruote posteriori pattinano e la coda allarga appena prima che il sistema VDIM (che coordina le operazioni di tutte le centraline di bordo) riporti la GS sulla retta via. A scopo precauzionale, comunque, alla Lexus hanno deciso che il controllo della trazione TRC non si possa escludere, se non a bassa velocità. Il merito del buon comportamento stradale della GS 450h va in parte anche alle sospensioni adattive AVS con due programmi di funzionamento, Normal e Sport.
Oltre ai vari dispositivi sin qui citati, sono standard tra le altre cose anche dodici airbag, i sedili elettrici in pelle, i fari allo xeno adattivi con lavafari, il tetto apribile, il cruise control adattivo ACC e il sistema PCS che, tramite un radar, scruta l’orizzonte e prepara freni, cinture di sicurezza e sospensioni per limitare i danni ai passeggeri e all’auto qualora avverta il rischio di un incidente. Impossibile chiedere di più e non solo per modo di dire: di optional non c’è traccia…
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