Land Rover Defender 2007 - D’accordo che la funzione è la priorità, ma una gobba più aggraziata e meglio integrata con la caratteristica forma piatta, forse avrebbero potuto disegnarla. Chi pensava di utilizzare la nuova Defender per affrontare un lungo raid e applicare una ruota di scorta sul cofano, poi, dovrà pensare a un nuovo spazio. In cambio però ha una nuova plancia più moderna e Discovery-style, con grandi bocchette tonde e un nuovo impianto hi-fi con presa aux a cui collegare iPod e affini per rendere meno assordante il silenzio del deserto.
Per rendere più comodi i trasferimenti, la Defender ha anche nuovi sedili, più automobilistici nei profili e più confortevoli, e sedili fronte marcia posteriori, ripiegabili lateralmente. Spariscono le panchette posteriori per ragioni di sicurezza ma, a vantaggio della guida offroad dura, l’Abs è optional (1770 euro) e di airbag non si parla proprio. Sotto la gobba da Igor di Frankenstein, c’è un nuovo quattro cilindri 2.4 common rail di derivazione Ford, con 122 cavalli a 3500 giri e 360 Nm a 2000 giri per una velocità massima di 132 km/h e lo 0-100 km/h in 14,7 secondi. Il cambio è manuale a sei marce.
Tre allestimenti, come sempre E, S e SE, e tre lunghezze del passo, 90, 110 e 130, declinabili in 14 tipi differenti di carrozzeria. Per la versione chiusa, la Station Wagon, le misure di lunghezza massima sono due: 389 e 464 cm. La nuova Defender è disponibile da giugno a prezzi lievemente più alti rispetto alla release precedente: da 24.498 a 28.434 euro per la 90 SW, da 30.018 a 30.654 euro per la 110. La dotazione è minimal, per il condizionatore optional su tutte si spendono 1.630 euro e per il pacchetto Freestyle che include cerchi in lega, pneumatici General Grabber 235/85 R 16 e barre antirollio si spendono altri 1.520 euro.
Dimenticatevi quindi le Suv moderne, tutte comfort e ruote grandi da auto radiocomandata ma che, a volte si spaventano alla minima difficoltà. Difficile pensare che un’auto fedele a se stessa da quasi sessant’anni, nata per un uso agricolo, sia anche un’auto comoda. La Defender rimane fedele alla sua formula originaria e al suo marchio: è una fuoristrada vera al 100%, come poche ne sono rimaste a listino a non aver venduto l’anima 4x4 al diavolo del marketing.
Se cercate il comfort rivolgetevi da altre parti. Il motore non è esageratamente rumoroso (in Land Rover garantiscono il 20% in meno rispetto alla serie precedente), ma la Defender non è certo una campionessa di silenziosità aerodinamica e nemmeno di isolamento acustico. Il motore è brillante e pronto anche ai bassi regimi e porta la Defender poco oltre i limiti imposti dal Codice per le autostrade, ma la guida è stancante nei trasferimenti in velocità per il rumore e per la concentrazione da pilota di Mirage necessaria per procedere diritti. Le mani sono sempre ben salde sul volante e pronte a continue correzioni per mantenere la rotta.
Forse non è l’auto migliore per i trasferimenti ad ampio raggio, ma la Defender rimane regina appena la strada si sporca, capace di arrampicarsi fino a sfidare le leggi della fisica e altrettanto capace di uscire da autentiche sfide alle leggi dell’aderenza. Le ridotte si inseriscono con prima innestata e giocando un po’ con la frizione mentre si sposta in avanti la leva piccola alla destra della lunga leva del cambio. Un altro colpetto sulla sinistra e si inserisce anche il blocco del differenziale centrale. E da qui in poi non c’è ostacolo che tenga.
Per rendere più comodi i trasferimenti, la Defender ha anche nuovi sedili, più automobilistici nei profili e più confortevoli, e sedili fronte marcia posteriori, ripiegabili lateralmente. Spariscono le panchette posteriori per ragioni di sicurezza ma, a vantaggio della guida offroad dura, l’Abs è optional (1770 euro) e di airbag non si parla proprio. Sotto la gobba da Igor di Frankenstein, c’è un nuovo quattro cilindri 2.4 common rail di derivazione Ford, con 122 cavalli a 3500 giri e 360 Nm a 2000 giri per una velocità massima di 132 km/h e lo 0-100 km/h in 14,7 secondi. Il cambio è manuale a sei marce.
Tre allestimenti, come sempre E, S e SE, e tre lunghezze del passo, 90, 110 e 130, declinabili in 14 tipi differenti di carrozzeria. Per la versione chiusa, la Station Wagon, le misure di lunghezza massima sono due: 389 e 464 cm. La nuova Defender è disponibile da giugno a prezzi lievemente più alti rispetto alla release precedente: da 24.498 a 28.434 euro per la 90 SW, da 30.018 a 30.654 euro per la 110. La dotazione è minimal, per il condizionatore optional su tutte si spendono 1.630 euro e per il pacchetto Freestyle che include cerchi in lega, pneumatici General Grabber 235/85 R 16 e barre antirollio si spendono altri 1.520 euro.
Dimenticatevi quindi le Suv moderne, tutte comfort e ruote grandi da auto radiocomandata ma che, a volte si spaventano alla minima difficoltà. Difficile pensare che un’auto fedele a se stessa da quasi sessant’anni, nata per un uso agricolo, sia anche un’auto comoda. La Defender rimane fedele alla sua formula originaria e al suo marchio: è una fuoristrada vera al 100%, come poche ne sono rimaste a listino a non aver venduto l’anima 4x4 al diavolo del marketing.
Se cercate il comfort rivolgetevi da altre parti. Il motore non è esageratamente rumoroso (in Land Rover garantiscono il 20% in meno rispetto alla serie precedente), ma la Defender non è certo una campionessa di silenziosità aerodinamica e nemmeno di isolamento acustico. Il motore è brillante e pronto anche ai bassi regimi e porta la Defender poco oltre i limiti imposti dal Codice per le autostrade, ma la guida è stancante nei trasferimenti in velocità per il rumore e per la concentrazione da pilota di Mirage necessaria per procedere diritti. Le mani sono sempre ben salde sul volante e pronte a continue correzioni per mantenere la rotta.
Forse non è l’auto migliore per i trasferimenti ad ampio raggio, ma la Defender rimane regina appena la strada si sporca, capace di arrampicarsi fino a sfidare le leggi della fisica e altrettanto capace di uscire da autentiche sfide alle leggi dell’aderenza. Le ridotte si inseriscono con prima innestata e giocando un po’ con la frizione mentre si sposta in avanti la leva piccola alla destra della lunga leva del cambio. Un altro colpetto sulla sinistra e si inserisce anche il blocco del differenziale centrale. E da qui in poi non c’è ostacolo che tenga.
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