Chevrolet Kalos - D’altronde, nonostante il lancio della versione a cinque porte risalga ormai a più di due anni fa, la Kalos conserva una linea fresca e attuale, capace di sedurre anche al di là delle considerazioni di natura economica. Buona parte del merito va alla lungimiranza di Giugiaro che per la Daewoo studiò una forma che invecchia molto bene, senza mostrare alcuna ruga o senza che la sua veste appaia fuori moda. Il disegno gioca su un sapiente equilibrio tra i volumi e su una furba alternanza di linee curve e di spigoli. Questi ultimi sono presenti soprattutto a livello dei fari, che in alcuni punti hanno un taglio netto, quasi da pietra preziosa.
L’abitacolo è infatti spazioso e accogliente sia per chi viaggia in business class nei sedili anteriori, sia per chi è relegato in economica, sistemato sul divano. Accedere alla zona posteriore è tra l’altro abbastanza agevole. Le porte sono ampie e aprono una breccia tra schienale e montante abbastanza ampia per far salire agevolmente anche chi non ha l’agilità di un gatto o ha deciso di rinviare a tempo indeterminato l’inizio della dieta.
L’entrata in listino della Kalos a tre porte non incide sull'offerta dei motori. Di diesel per adesso non si parla ancora e la scelta resta limitata a due soli propulsori, entrambi a benzina. Alla base della gamma si pone un 1.200 a otto valvole che dispone di 72 CV a 5.400 giri e ha un picco di coppia di 104 Nm a un regime di 4.400 giri. Quanto basta per far passare questa Chevrolet da 0 a 100 km/h in un tempo di 13,7 secondi e per consentirle una punta di 157 km/h. Il tutto con consumi accettabili: 12,2, 18,2 e 15,2 km per litro rispettivamente nei cicli urbano, extraurbano e combinato.
La Kalos 1.200 viene proposta con due livelli di allestimento, SE e SX Sport, mentre la 1.400 viene realizzata solo con l'allestimento SX Sport. La versione base ha un equipaggiamento risicato, che tra gli accessori di spicco comprende giusto l'Abs, la coppia di airbag e l'impianto stereo, mentre mancano all'appello gli specchietti elettrici. E’ probabile che sia preferibile allora orientarsi sulla sorella ricca, che mette sul piatto, tra le altre cose, anche gli airbag laterali e i cerchi. Per dare un giudizio definitivo bisognerebbe conoscere esattamente i prezzi ma questi verranno comunicati solo in un secondo momento, a ridosso del lancio fissato per il mese di marzo. Per adesso si sa solo che partiranno da poco meno di 10.000 euro per arrivare attorno a quota 11.500: davvero competitivi, anche considerando il climatizzatore sempre a richiesta.
Sin dai primi metri la Kalos mostra che il fatto di essere di taglia forte dà i suoi frutti anche in materia di comfort. La silenziosità è buona a tutte le andature e la Chevrolet trasmette una piacevole impressione di consistenza e solidità. Buche e avvallamenti sono digeriti senza traumi da un assetto con taratura soft, di quelli che fanno la felicità delle vertebre ma che per contro fanno anche piegare all’ingiù gli angoli della bocca quando si affronta il misto con la lancia in resta.
Il 1.200 completa questo quadro in modo perfetto, mostrando a sua volta un’indole decisamente tranquilla. Se spremuto a fondo, tira fuori le unghie ma sono sufficienti pochi chilometri per capire che le sue calzature preferite sono le scarpe da passeggio e non le scarpette chiodate. Una cosa, questa, che appare evidente soprattutto nelle riprese, molto flemmatiche a meno che non si scali una marcia, se non a due.
Le cose cambiano, e neanche poco, se sotto il cofano c’è il 1.400 a 16 valvole. La sua maggiore brillantezza viene comunque fuori più che altro ai regimi più elevati, quando cioè si ha modo di tirare la marcia. In ripresa, invece, se si vuole uno spunto brillante, occorre anche qui buttare giù un rapporto, vincendo le resistenze che a volte oppone il cambio.
L’abitacolo è infatti spazioso e accogliente sia per chi viaggia in business class nei sedili anteriori, sia per chi è relegato in economica, sistemato sul divano. Accedere alla zona posteriore è tra l’altro abbastanza agevole. Le porte sono ampie e aprono una breccia tra schienale e montante abbastanza ampia per far salire agevolmente anche chi non ha l’agilità di un gatto o ha deciso di rinviare a tempo indeterminato l’inizio della dieta.
L’entrata in listino della Kalos a tre porte non incide sull'offerta dei motori. Di diesel per adesso non si parla ancora e la scelta resta limitata a due soli propulsori, entrambi a benzina. Alla base della gamma si pone un 1.200 a otto valvole che dispone di 72 CV a 5.400 giri e ha un picco di coppia di 104 Nm a un regime di 4.400 giri. Quanto basta per far passare questa Chevrolet da 0 a 100 km/h in un tempo di 13,7 secondi e per consentirle una punta di 157 km/h. Il tutto con consumi accettabili: 12,2, 18,2 e 15,2 km per litro rispettivamente nei cicli urbano, extraurbano e combinato.
La Kalos 1.200 viene proposta con due livelli di allestimento, SE e SX Sport, mentre la 1.400 viene realizzata solo con l'allestimento SX Sport. La versione base ha un equipaggiamento risicato, che tra gli accessori di spicco comprende giusto l'Abs, la coppia di airbag e l'impianto stereo, mentre mancano all'appello gli specchietti elettrici. E’ probabile che sia preferibile allora orientarsi sulla sorella ricca, che mette sul piatto, tra le altre cose, anche gli airbag laterali e i cerchi. Per dare un giudizio definitivo bisognerebbe conoscere esattamente i prezzi ma questi verranno comunicati solo in un secondo momento, a ridosso del lancio fissato per il mese di marzo. Per adesso si sa solo che partiranno da poco meno di 10.000 euro per arrivare attorno a quota 11.500: davvero competitivi, anche considerando il climatizzatore sempre a richiesta.
Sin dai primi metri la Kalos mostra che il fatto di essere di taglia forte dà i suoi frutti anche in materia di comfort. La silenziosità è buona a tutte le andature e la Chevrolet trasmette una piacevole impressione di consistenza e solidità. Buche e avvallamenti sono digeriti senza traumi da un assetto con taratura soft, di quelli che fanno la felicità delle vertebre ma che per contro fanno anche piegare all’ingiù gli angoli della bocca quando si affronta il misto con la lancia in resta.
Il 1.200 completa questo quadro in modo perfetto, mostrando a sua volta un’indole decisamente tranquilla. Se spremuto a fondo, tira fuori le unghie ma sono sufficienti pochi chilometri per capire che le sue calzature preferite sono le scarpe da passeggio e non le scarpette chiodate. Una cosa, questa, che appare evidente soprattutto nelle riprese, molto flemmatiche a meno che non si scali una marcia, se non a due.
Le cose cambiano, e neanche poco, se sotto il cofano c’è il 1.400 a 16 valvole. La sua maggiore brillantezza viene comunque fuori più che altro ai regimi più elevati, quando cioè si ha modo di tirare la marcia. In ripresa, invece, se si vuole uno spunto brillante, occorre anche qui buttare giù un rapporto, vincendo le resistenze che a volte oppone il cambio.
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