Saab 9-3 Cabriolet - Con il senno di poi devo riconoscere che il mio scetticismo non avrebbe potuto essere più ingiustificato. Complice Giove Pluvio che si è preso una vacanza (chissà, forse a spese della Saab), la 9.3 Cabriolet ha saputo ribaltare ogni pregiudizio, rivelando inattese doti da auto jolly, buona per tutte le occasioni e per tutte le stagioni.
Il travestimento da berlina riesce benino anche per quanto riguarda l’abitabilità. Le porte ampie e i sedili scorrevoli permettono di raggiungere facilmente il divano anche a chi non ha trascorsi a ginnasta. Peccato solo che lo spazio sia un po’ angusto. Per chi ha un’altezza sotto la media, i problemi sono limitati, mentre gli spilungoni devono rassegnarsi ad assumere una posizione vagamente fetale. Lungi però dal lamentarsi: le rivali che fanno meglio sono una vera rarità.
I vortici d’aria che arrivano ai passeggeri anteriori sono pochi e di ridotta entità, quale che sia l’andatura. In questi casi basta dunque alzare un po’ il bavero e il riscaldamento, facendo uscire l’aria calda nei piedi o dalle bocchette frontali e la magia dell’estate può essere ricreata sempre. Pure se il clima sarebbe buono più per una fiaccolata sugli sci e per un bicchiere di vin brulé.
Il volante ha una posizione piuttosto verticale e ha dimensioni imponenti, che fanno sentire come al timone di un’imbarcazione. La sensazione di padronanza della situazione che offre è notevole, anche se, a ben vedere, non ce ne sarebbe neanche grande bisogno. La 9.3 Cabriolet si muove con autorevolezza nel misto, con il telaio che dà prova di buona rigidità e non flette più come un tempo quando affronta le curve a spron battuto e lo sconnesso più tormentato.
Ciò vale anche per la versioni più potenti, come la 2.0T Aero, dotata di ben 211 CV, che permettono di passare da 0 a 100 km/h in 8 secondi netti. Sono numeri che forse non bastano a fare della 9.3 una vera sportiva ma a rendere la guida gustosissima, quello sì. E per un'auto come questa è tutto quel che serve.
Il travestimento da berlina riesce benino anche per quanto riguarda l’abitabilità. Le porte ampie e i sedili scorrevoli permettono di raggiungere facilmente il divano anche a chi non ha trascorsi a ginnasta. Peccato solo che lo spazio sia un po’ angusto. Per chi ha un’altezza sotto la media, i problemi sono limitati, mentre gli spilungoni devono rassegnarsi ad assumere una posizione vagamente fetale. Lungi però dal lamentarsi: le rivali che fanno meglio sono una vera rarità.
I vortici d’aria che arrivano ai passeggeri anteriori sono pochi e di ridotta entità, quale che sia l’andatura. In questi casi basta dunque alzare un po’ il bavero e il riscaldamento, facendo uscire l’aria calda nei piedi o dalle bocchette frontali e la magia dell’estate può essere ricreata sempre. Pure se il clima sarebbe buono più per una fiaccolata sugli sci e per un bicchiere di vin brulé.
Il volante ha una posizione piuttosto verticale e ha dimensioni imponenti, che fanno sentire come al timone di un’imbarcazione. La sensazione di padronanza della situazione che offre è notevole, anche se, a ben vedere, non ce ne sarebbe neanche grande bisogno. La 9.3 Cabriolet si muove con autorevolezza nel misto, con il telaio che dà prova di buona rigidità e non flette più come un tempo quando affronta le curve a spron battuto e lo sconnesso più tormentato.
Ciò vale anche per la versioni più potenti, come la 2.0T Aero, dotata di ben 211 CV, che permettono di passare da 0 a 100 km/h in 8 secondi netti. Sono numeri che forse non bastano a fare della 9.3 una vera sportiva ma a rendere la guida gustosissima, quello sì. E per un'auto come questa è tutto quel che serve.
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