Saleen S7 - La creatura si chiama S7, ed è una vera supercar accreditata da Saleen di prestazioni superiori a quelle della Ferrari Enzo: 2,9 secondi nello 0-60 miglia orarie (che più o meno corrisponde al canonico 0-100km/h) contro 3,3 secondi; 11,2 contro 11,7 nello 0-100-0 mph; 10,8 secondi con 131 mph nel quarto di miglio contro 11,1 e 133 mph per la Ferrari Enzo. A vedere i dati dichiarati da Saleen, il drake si rigira nella tomba.
Il giocattolo di Steve è un gran bel giocattolo, in stile racing al 100%. I punti di riferimento del capitolato della perfetta supercar ci sono tutti: la S7 è alta un metro e un barattolo (anzi, meno: 104 centimetri per l’esattezza) ha il frontale corto corto, le carreggiate larghe larghe e la coda grande grande. Completano il kit della perfetta supercar un disegno tagliato dall’aria della galleria del vento, con parafanghi anteriori sporgenti, voraci bocche di ventilazione sulle fiancate e una serie di tagli e fori sparsi un po’ ovunque. Gialla, come quella che ho provato, fa la sua porca figura e non si presta a uscite discrete.
Più tecnologico l’involucro che contiene cotanta potenza, con un telaio in traliccio di tubi in acciaio speciale e la pelle interamente in fibra di carbonio. Per accedervi, le portiere si aprono a coltello, ruotando verso l’esterno per aumentare lo spazio a disposizione. L’abitacolo è in stile racing-lussuoso con particolari hi-tech, come le finiture in metallo e il volantino sportivo, e dettagli lussuosi, come la pelle che ricopre sedili e portiere.
Dopo averla vista in pista e al cinema, ora si può anche acquistare, con un assegno da 555.000 euro alla mano. L’importatore unico per l’Italia e per l’Europa è a Macchia d’Isernia, la DR Automobiles Group (Tel. 086547881), azienda impegnata da vent’anni nella distribuzione di auto, con 190 dipendenti e una divisione sportiva, la DR Sportéquipe, che ha conquistato il titolo italiano 2001-2002 nel Ferrari Challenge. In arrivo ci sono anche le Mustang elaborate da Saleen e una città dei motori, un enorme concessionario multimarche.
Al centro del mondo S7 sta il pilota, letteralmente. La disposizione dei sedili è asimmetrica, con il posto di comando spostato un po’ al centro, per migliorare la distribuzione dei pesi e la visibilità. Il pilota è il re assoluto e il posto di guida è su misura, senza regolazioni, tarato una volta per tutte alla consegna insieme alla pedaliera. Una valida scusa per negarla in prestito e, per chi ha la stessa taglia, si può sempre chiedere in deposito una cauzione da 550.000 euro…
La dura legge dell’aerodinamica non favorisce certo la visibilità: fiancate alte, posto di guida correttamente rasoterra e l’immensa coda non sono certo d’aiuto nelle manovre. In retromarcia l’aiutino arriva da una microtelecamera che offre una visione di coda sullo schermo posto sulla consolle centrale. In marcia, agli ingombri anteriori non è difficile abituarsi, ampiamente ripagati dalla piacevole sensazione di abitare una vera auto da competizione.
Niente rabbia, semmai tanta disponibilità a collaborare perché la guida sia più efficace possibile. Meglio guardare il tachimetro piuttosto che il contagiri, per rendersi conto che, anche se si tirano le marce come per uscire dal posteggio del supermercato, con l’albero motore che gira a un regime quasi turistico, le velocità raggiunta è da gara. Provo la Saleen sul circuito di Anagni, in provincia di Frosinone, corto e tortuoso quanto basta per non pensare nemmeno di avvicinarmi ai 360km/h dichiarati come velocità massima o ai 400 km/h virtuali mai raggiunti nemmeno dallo stesso Steve Saleen.
Attenzione a non farsi prendere la mano: la Saleen S7 è un’auto da corsa. Innanzitutto preparatevi con calzature adeguate, evitando magari Church’s e simili per non trovarsi in difficoltà smanettando tra le sei marce a disposizione nelle manovre di punta-tacco con la pedaliera racing, stretta e in metallo. E poi attenzione a tenere ben sveglie tutte le terminazioni nervose ormai intorpidite dai sistemi elettronici di cui anche molte supersportive moderne sono dotate. La Saleen è una sportiva pura, senza aiutini elettronici, anche con un caratterino suscettibile e poco amico dei piloti della domenica. Per stare in strada può contare soltanto sulle sue grandi doti di equilibrio e sull’abilità del pilota.
Per raggiungere il risultato di 11 secondi e due decimi nello 0-160-0 km/h, bisogna avere piedi sensibili come le mani di un chirurgo vascolare, per riuscire a spiattellare a terra tutta la potenza il più rapidamente possibile senza perdere nemmeno un cavallo e per riuscire a fermare la mandria in un batter d'occhio.
Il giocattolo di Steve è un gran bel giocattolo, in stile racing al 100%. I punti di riferimento del capitolato della perfetta supercar ci sono tutti: la S7 è alta un metro e un barattolo (anzi, meno: 104 centimetri per l’esattezza) ha il frontale corto corto, le carreggiate larghe larghe e la coda grande grande. Completano il kit della perfetta supercar un disegno tagliato dall’aria della galleria del vento, con parafanghi anteriori sporgenti, voraci bocche di ventilazione sulle fiancate e una serie di tagli e fori sparsi un po’ ovunque. Gialla, come quella che ho provato, fa la sua porca figura e non si presta a uscite discrete.
Più tecnologico l’involucro che contiene cotanta potenza, con un telaio in traliccio di tubi in acciaio speciale e la pelle interamente in fibra di carbonio. Per accedervi, le portiere si aprono a coltello, ruotando verso l’esterno per aumentare lo spazio a disposizione. L’abitacolo è in stile racing-lussuoso con particolari hi-tech, come le finiture in metallo e il volantino sportivo, e dettagli lussuosi, come la pelle che ricopre sedili e portiere.
Dopo averla vista in pista e al cinema, ora si può anche acquistare, con un assegno da 555.000 euro alla mano. L’importatore unico per l’Italia e per l’Europa è a Macchia d’Isernia, la DR Automobiles Group (Tel. 086547881), azienda impegnata da vent’anni nella distribuzione di auto, con 190 dipendenti e una divisione sportiva, la DR Sportéquipe, che ha conquistato il titolo italiano 2001-2002 nel Ferrari Challenge. In arrivo ci sono anche le Mustang elaborate da Saleen e una città dei motori, un enorme concessionario multimarche.
Al centro del mondo S7 sta il pilota, letteralmente. La disposizione dei sedili è asimmetrica, con il posto di comando spostato un po’ al centro, per migliorare la distribuzione dei pesi e la visibilità. Il pilota è il re assoluto e il posto di guida è su misura, senza regolazioni, tarato una volta per tutte alla consegna insieme alla pedaliera. Una valida scusa per negarla in prestito e, per chi ha la stessa taglia, si può sempre chiedere in deposito una cauzione da 550.000 euro…
La dura legge dell’aerodinamica non favorisce certo la visibilità: fiancate alte, posto di guida correttamente rasoterra e l’immensa coda non sono certo d’aiuto nelle manovre. In retromarcia l’aiutino arriva da una microtelecamera che offre una visione di coda sullo schermo posto sulla consolle centrale. In marcia, agli ingombri anteriori non è difficile abituarsi, ampiamente ripagati dalla piacevole sensazione di abitare una vera auto da competizione.
Niente rabbia, semmai tanta disponibilità a collaborare perché la guida sia più efficace possibile. Meglio guardare il tachimetro piuttosto che il contagiri, per rendersi conto che, anche se si tirano le marce come per uscire dal posteggio del supermercato, con l’albero motore che gira a un regime quasi turistico, le velocità raggiunta è da gara. Provo la Saleen sul circuito di Anagni, in provincia di Frosinone, corto e tortuoso quanto basta per non pensare nemmeno di avvicinarmi ai 360km/h dichiarati come velocità massima o ai 400 km/h virtuali mai raggiunti nemmeno dallo stesso Steve Saleen.
Attenzione a non farsi prendere la mano: la Saleen S7 è un’auto da corsa. Innanzitutto preparatevi con calzature adeguate, evitando magari Church’s e simili per non trovarsi in difficoltà smanettando tra le sei marce a disposizione nelle manovre di punta-tacco con la pedaliera racing, stretta e in metallo. E poi attenzione a tenere ben sveglie tutte le terminazioni nervose ormai intorpidite dai sistemi elettronici di cui anche molte supersportive moderne sono dotate. La Saleen è una sportiva pura, senza aiutini elettronici, anche con un caratterino suscettibile e poco amico dei piloti della domenica. Per stare in strada può contare soltanto sulle sue grandi doti di equilibrio e sull’abilità del pilota.
Per raggiungere il risultato di 11 secondi e due decimi nello 0-160-0 km/h, bisogna avere piedi sensibili come le mani di un chirurgo vascolare, per riuscire a spiattellare a terra tutta la potenza il più rapidamente possibile senza perdere nemmeno un cavallo e per riuscire a fermare la mandria in un batter d'occhio.
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