Suzuki Swift - La carrozzeria segna il trionfo delle linee curve, specialmente dalla cintola in giù, tanto da sembrare la versione in grassetto di una utilitaria normale. Il cofano motore è corto, tozzo e spiove dolcemente verso il frontale, in cui si aprono una piccola mascherina a nido d’ape e un’ampia presa d’aria. Più in basso, lo spoiler scende fin quasi rasoterra e ospita due piccoli fendinebbia che sembrano scrutare la strada, inseriti in una leggera depressione da cui prendono poi forma i passaruota.
Questi stanno dritti sull’attenti sopra una coda che invece ha l’aria di eseguire un ordine di riposo. Le sue linee sono morbide e i fianchi hanno forme giunoniche. Anche qui passaruota e paraurti scendono quasi fino a terra facendo sembrare la Swift come spinta al suolo da una forza invisibile. Ad accentuare questa sensazione ci si mettono anche le carreggiate larghe, mentre un po’ di slancio viene regalato dalla forma allungata, quasi a vela, dei fari.
La plancia ha forme semplici, molto lineari, in cui l’elemento di maggior spicco è il pannello trasparente che raccoglie le informazioni relative all’impianto stereo. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche la consolle centrale, che ha un disegno pulitissimo, mentre qualche concessione alla sportività viene dal bel volante a tre razze, dalla strumentazione a fondo rosso e dal pomello del cambio a forma di pallina.
Al momento del lancio, in calendario per maggio, la gamma italiana si comporrà di due soli motori, uno a benzina e uno turbodiesel, entrambi da 1,3 litri e abbinati a cambi manuali a cinque marce. Il primo dispone di 92 CV a 5.800 giri e di 116 Nm a 4.200 giri e permette alla Swift di toccare i 175 km/h dopo essere transitata ai 100 in soli 11 secondi dopo la partenza. Il consumo medio dichiarato è di 6,1 litri ogni 100 km. Dal canto suo, il Multijet di origine Fiat eroga da 69 CV a 4.000 giri e da 170 Nm a 2.000 giri. In questo caso la velocità massima è di 165 km/h e il tempo necessario per passare da 0 a 100 km/h è di 14,2 secondi. Il vero fiore all’occhiello di questo motore sono però i consumi che si attestano in media attorno ai 4,6 litri per 100 km.
In un secondo tempo la famiglia potrebbe ampliarsi con l’arrivo anche di una motorizzazione 1.500, per ora riservata solo ai mercati stranieri, e di un cambio robotizzato per la Swift 1.3 a benzina. Allo stesso modo potrebbe ampliarsi anhe la tavolozza dei colori, che per il momento comprende due grigi, due blu e il nero metallizzati, oltre al rosso pastello. Nessun condizionale, invece, per una versione 4x4 e per una di taglio sportiveggiante: tutt’e due saranno disponibili dai primi del 2006.
Accomodandosi al volante della Swift la prima sensazione che si ha è di dominio della strada. Anche con il sedile regolato tutto in basso, la seduta resta alta e regala un’ottima visibilità anteriore, nonostante il parabrezza piccolo e verticale. Una volta fatto l’occhio agli ingombri, manovrare negli spazi angusti è un gioco da ragazzi. Il tutto senza alcuna controindicazione: pure per chi ha il fisico da granatiere non c’è rischio di toccare il padiglione con la testa ed è facile trovare una posizione comoda.
Questi stanno dritti sull’attenti sopra una coda che invece ha l’aria di eseguire un ordine di riposo. Le sue linee sono morbide e i fianchi hanno forme giunoniche. Anche qui passaruota e paraurti scendono quasi fino a terra facendo sembrare la Swift come spinta al suolo da una forza invisibile. Ad accentuare questa sensazione ci si mettono anche le carreggiate larghe, mentre un po’ di slancio viene regalato dalla forma allungata, quasi a vela, dei fari.
La plancia ha forme semplici, molto lineari, in cui l’elemento di maggior spicco è il pannello trasparente che raccoglie le informazioni relative all’impianto stereo. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche la consolle centrale, che ha un disegno pulitissimo, mentre qualche concessione alla sportività viene dal bel volante a tre razze, dalla strumentazione a fondo rosso e dal pomello del cambio a forma di pallina.
Al momento del lancio, in calendario per maggio, la gamma italiana si comporrà di due soli motori, uno a benzina e uno turbodiesel, entrambi da 1,3 litri e abbinati a cambi manuali a cinque marce. Il primo dispone di 92 CV a 5.800 giri e di 116 Nm a 4.200 giri e permette alla Swift di toccare i 175 km/h dopo essere transitata ai 100 in soli 11 secondi dopo la partenza. Il consumo medio dichiarato è di 6,1 litri ogni 100 km. Dal canto suo, il Multijet di origine Fiat eroga da 69 CV a 4.000 giri e da 170 Nm a 2.000 giri. In questo caso la velocità massima è di 165 km/h e il tempo necessario per passare da 0 a 100 km/h è di 14,2 secondi. Il vero fiore all’occhiello di questo motore sono però i consumi che si attestano in media attorno ai 4,6 litri per 100 km.
In un secondo tempo la famiglia potrebbe ampliarsi con l’arrivo anche di una motorizzazione 1.500, per ora riservata solo ai mercati stranieri, e di un cambio robotizzato per la Swift 1.3 a benzina. Allo stesso modo potrebbe ampliarsi anhe la tavolozza dei colori, che per il momento comprende due grigi, due blu e il nero metallizzati, oltre al rosso pastello. Nessun condizionale, invece, per una versione 4x4 e per una di taglio sportiveggiante: tutt’e due saranno disponibili dai primi del 2006.
Accomodandosi al volante della Swift la prima sensazione che si ha è di dominio della strada. Anche con il sedile regolato tutto in basso, la seduta resta alta e regala un’ottima visibilità anteriore, nonostante il parabrezza piccolo e verticale. Una volta fatto l’occhio agli ingombri, manovrare negli spazi angusti è un gioco da ragazzi. Il tutto senza alcuna controindicazione: pure per chi ha il fisico da granatiere non c’è rischio di toccare il padiglione con la testa ed è facile trovare una posizione comoda.
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