Nissan 350Z Roadster 2006 - Tutta la gamma delle 350Z beneficia dell'aggiornamento alla nuova versione, un aggiornamento meccanico e nelle funzionalità degli interni. Vado subito al sodo: il V6 3.500 ha 20 cavalli in più, da 280 a 300, e la vita di coppia diventa meno focosa, con 363Nm della prima versione contro 353 a 4800 giri dell'attuale, ma più lineare, come capita alla maggior parte delle coppie dopo qualche anno. La velocità è sempre autolimitata a 250 km/h, per lo 0-100 la coupé impiega 5,8 secondi, guadagnando un decimo, con la roadster si perde più tempo guardando il paesaggio, con il cronometro che si ferma a 6,3 secondi.
Pochi ritocchi all'esterno, con un nuovo paraurti dalla bocca più quadrata come quella di Robert The Robot, nuovi fari bi-xeno e luci in coda tempestate di 42 brillantissimi led. Più importanti le modifiche all'interno, con nuovi vani e cassettini e una nuova plancia pronta ad ospitare, su richiesta, il grande schermo del navigatore satellitare. Rimangono i tre strumentini in alto orientati verso il pilota, ispirati a quelli della progenitrice Datsun 240Z, la grafica degli strumenti rimane sempre un po’ gioco-gioco e ai tre manopolini della climatizzazione è stato applicato un bel vestitino in alluminio. Più pulita e più chic la nuova consolle, con materiali anche più morbidi e piacevoli al tatto, ma qualche dettaglio in più vestito di alluminio non avrebbe guastato...
Si preannuncia una estate de fuego e Nissan ci fa provare la nuova release della 350Z nella versione con la coppola in tela. Non sono un grande amante delle scoperte e sulle sportive sono rigido: hanno il tetto in lamiera. Nel caso della 350Z, poi, la coda della coupé è decisamente più personale e piacevole di quella della versione senza testa. Ma gusti a parte, rimane in tutto e per tutto una 350Z, anche se mi manca un po' non vedere quella rassicurante barra di irrigidimento posteriore attraverso il lunotto...
Alla voce possente corrisponde un grande cuore che spinge sempre e sempre bene fino all'ultimo. Si guida bene nel traffico, si ha sempre spinta quando ci si concede qualche libertà e il cambio, sportivo, da maltrattare un poco e con la leva supercorta, è degno alleato quando la marcia proprio non va più bene. Ma l'allungo del V6 sulle strade miste permette anche di dimenticarsi di cambiare marcia, se l'idea non è quella di scegliere marce più basse per risparmiare i freni Brembo (con quattro pistoncini per le pinze anteriori e due per le posteriori).
Difficile rendere roadster una coupé senza perdere quella bella sensazione di rigidità della scocca. Se chiudete per un attimo gli occhi, magari quando guida qualcun'altro, non vi accorgete che la 350Z è una roadster: tenete una mano sul montante del parabrezza, sulla plancia, tra plancia e portiere o sul volante e non sentirete le solite vibrazioni a budino che molte altre scoperte trasmettono. L'alfabeto di rinforzi funziona egregiamente e il piantone di sterzo in pezzo unico e rinforzato funziona altrettanto bene.
Telaio perfetto, grip da geco anche sull’asfalto scivoloso per antonomasia, quello siciliano, precisione di guida al micron come tutti gli organi di comando: ma a che servono tutti i congegni elettronici per tenerla in strada? Per la 350Z sono davvero l’ultima ratio, per la manovra più sbagliata delle manovre più sbagliate del pilota più inesperto. O per rimediare a una distrazione.
Pochi ritocchi all'esterno, con un nuovo paraurti dalla bocca più quadrata come quella di Robert The Robot, nuovi fari bi-xeno e luci in coda tempestate di 42 brillantissimi led. Più importanti le modifiche all'interno, con nuovi vani e cassettini e una nuova plancia pronta ad ospitare, su richiesta, il grande schermo del navigatore satellitare. Rimangono i tre strumentini in alto orientati verso il pilota, ispirati a quelli della progenitrice Datsun 240Z, la grafica degli strumenti rimane sempre un po’ gioco-gioco e ai tre manopolini della climatizzazione è stato applicato un bel vestitino in alluminio. Più pulita e più chic la nuova consolle, con materiali anche più morbidi e piacevoli al tatto, ma qualche dettaglio in più vestito di alluminio non avrebbe guastato...
Si preannuncia una estate de fuego e Nissan ci fa provare la nuova release della 350Z nella versione con la coppola in tela. Non sono un grande amante delle scoperte e sulle sportive sono rigido: hanno il tetto in lamiera. Nel caso della 350Z, poi, la coda della coupé è decisamente più personale e piacevole di quella della versione senza testa. Ma gusti a parte, rimane in tutto e per tutto una 350Z, anche se mi manca un po' non vedere quella rassicurante barra di irrigidimento posteriore attraverso il lunotto...
Alla voce possente corrisponde un grande cuore che spinge sempre e sempre bene fino all'ultimo. Si guida bene nel traffico, si ha sempre spinta quando ci si concede qualche libertà e il cambio, sportivo, da maltrattare un poco e con la leva supercorta, è degno alleato quando la marcia proprio non va più bene. Ma l'allungo del V6 sulle strade miste permette anche di dimenticarsi di cambiare marcia, se l'idea non è quella di scegliere marce più basse per risparmiare i freni Brembo (con quattro pistoncini per le pinze anteriori e due per le posteriori).
Difficile rendere roadster una coupé senza perdere quella bella sensazione di rigidità della scocca. Se chiudete per un attimo gli occhi, magari quando guida qualcun'altro, non vi accorgete che la 350Z è una roadster: tenete una mano sul montante del parabrezza, sulla plancia, tra plancia e portiere o sul volante e non sentirete le solite vibrazioni a budino che molte altre scoperte trasmettono. L'alfabeto di rinforzi funziona egregiamente e il piantone di sterzo in pezzo unico e rinforzato funziona altrettanto bene.
Telaio perfetto, grip da geco anche sull’asfalto scivoloso per antonomasia, quello siciliano, precisione di guida al micron come tutti gli organi di comando: ma a che servono tutti i congegni elettronici per tenerla in strada? Per la 350Z sono davvero l’ultima ratio, per la manovra più sbagliata delle manovre più sbagliate del pilota più inesperto. O per rimediare a una distrazione.
Nessun commento:
Posta un commento