Citroën C1 - Il viso è caratterizzato da una bocca enorme sormontata da due occhioni tondeggiati, posizionati molto in alto, e un cofano molto bombato, sul quale sono incastonati due enormi chevron cromati. Roba che anche un miope molto miope riuscirebbe a riconoscere da lontano, anche senza occhiali. Di lato sono i passaruota marcati, ispirati a quelli della C2, a caratterizzare l’appartenenza alla griffe Citroën , mentre è sorprendente vedere come il profilo delle portiere posteriori della cinque porte (c’è anche a tre porte) termini a filo di faro, come se non ci fosse più coda. A guardarla di lato ci si aspetta che aprendo la portiera resti solo il vuoto provocato dall’assenza del montante posteriore. Non è così, ma l’effetto ottico è impressionante. Il tappo della benzina è addirittura più esterno, quasi a ridosso del paraurti.
Intelligente la soluzione dei paraurti in plastica nera, studiata per rendere la C1 facile ed economica da mantenere. Una volta segnati dai micro tamponamenti cittadini si possono infatti sostituire con grande semplicità a costi decisamente ridotti. Voce quest’ultima che starà particolarmente a cuore ai clienti di queste auto.
L’abitacolo è tutto essenzialità e funzionalità come solo i francesi sanno fare, visto che lo sviluppo dell’abitacolo di tutte e tre le vetture è stata opera del gruppo PSA (Peugeot-Citroën ) a cui è toccata anche la gestione degli acquisti e la fornitura del motore diesel 1.4 HDi (a Toyota è andato invece lo sviluppo e l’industrializzazione del progetto più la fornitura del motore a benzina e della trasmissione). Dodici vani sparsi un po’ ovunque consentono di sistemare piccoli oggetti e bevande lasciando ordinato l’abitacolo. Obbligatoriamente ridotto il vano bagagli: 139 litri sulla 5p; 130 litri sulla 3p, con la possibilità di estendersi a 751 litri con i sedili posteriori ribaltati (712 litri sulla 3p).
Due i motori in comune con le altre: un tre cilindri benzina 12 valvole made by Daihatsu, di 1.0 litri di cilindrata e 68 cv a 6.000 giri di potenza massima, con una coppia non molto alta (93 Nm a 3600 giri) e prestazioni adeguate (157 km/h e 13,7 secondi nel 0-100 km/h). Un gioiellino della tecnica, comunque, leggero (il più leggero della categoria con i suoi 67 kg) e dotato di fasatura variabile VVT per un massimo rendimento a tutti i regimi. Ma soprattutto economico (nel misto si percorrono più di 20 km/l), tanto da complicare non poco la scelta con il diesel, ed ecologico, con emissioni di CO2 ridottissime.
Limitare l’effetto degli impatti in una citycar non è semplice. I progettisti ci sono riusciti con rinforzi alla scocca. Sta di fatto che nelle prove di crash test eseguite dall’EuroNCAP le tre piccole hanno ottenuto quattro stelle, risultato che le pone al vertice della categoria. Seguono airbag frontali e laterali di serie, a tendina (in opzione), fissaggi Isofix sul sedile posteriore, freni a disco anteriori e a tamburo posteriori, Abs, ripartitore elettronico di frenata (di serie) e controllo della stabilità in curva (CSC).
Insomma, si parte bassi, ma si rischia di salire a cifre superiori anche a quelle della C2. Problemi di sovrapposizione? Nemmeno per sogno dicono in Citroën : la C1 sarà richiesta al 90% in versione 5 porte mentre la C2 è solo a tre porte. Nel mirino della C1 non solo i giovani quindi, ma una clientela più eterogenea composta prevalentemente da persone che si accostano per la prima volta con il mondo Citroën, da automobilisti che cercano un’auto solo da città, piccola e spaziosa, da famiglie in cerca di una seconda o terza auto e, non ultimi, da clienti che generalmente si rivolgono all’usato ai quali, con la stessa cifra, viene offerta l’opportunità di puntare su una vettura nuova di zecca.
Resta un ultimo quesito: perché scegliere Citroën e non Peugeot o Toyota visto che tutto sommato si tratta della stessa auto e che i prezzi si avvicinano? A contare nelle decisioni di acquisto saranno infatti concetti più legati alla fedeltà al marchio che non ai contenuti, all’immagine che si saprà dare alla vettura nei confronti delle altre due. Un esempio da manuale per gli studiosi di marketing quindi, perché a vincere sarà chi dei tre (Toyota, Citroën e Peugeot) riuscirà a dare maggiore personalità al proprio prodotto. Citroën punterà tutto sull’effetto simpatia.
Intelligente la soluzione dei paraurti in plastica nera, studiata per rendere la C1 facile ed economica da mantenere. Una volta segnati dai micro tamponamenti cittadini si possono infatti sostituire con grande semplicità a costi decisamente ridotti. Voce quest’ultima che starà particolarmente a cuore ai clienti di queste auto.
L’abitacolo è tutto essenzialità e funzionalità come solo i francesi sanno fare, visto che lo sviluppo dell’abitacolo di tutte e tre le vetture è stata opera del gruppo PSA (Peugeot-Citroën ) a cui è toccata anche la gestione degli acquisti e la fornitura del motore diesel 1.4 HDi (a Toyota è andato invece lo sviluppo e l’industrializzazione del progetto più la fornitura del motore a benzina e della trasmissione). Dodici vani sparsi un po’ ovunque consentono di sistemare piccoli oggetti e bevande lasciando ordinato l’abitacolo. Obbligatoriamente ridotto il vano bagagli: 139 litri sulla 5p; 130 litri sulla 3p, con la possibilità di estendersi a 751 litri con i sedili posteriori ribaltati (712 litri sulla 3p).
Due i motori in comune con le altre: un tre cilindri benzina 12 valvole made by Daihatsu, di 1.0 litri di cilindrata e 68 cv a 6.000 giri di potenza massima, con una coppia non molto alta (93 Nm a 3600 giri) e prestazioni adeguate (157 km/h e 13,7 secondi nel 0-100 km/h). Un gioiellino della tecnica, comunque, leggero (il più leggero della categoria con i suoi 67 kg) e dotato di fasatura variabile VVT per un massimo rendimento a tutti i regimi. Ma soprattutto economico (nel misto si percorrono più di 20 km/l), tanto da complicare non poco la scelta con il diesel, ed ecologico, con emissioni di CO2 ridottissime.
Limitare l’effetto degli impatti in una citycar non è semplice. I progettisti ci sono riusciti con rinforzi alla scocca. Sta di fatto che nelle prove di crash test eseguite dall’EuroNCAP le tre piccole hanno ottenuto quattro stelle, risultato che le pone al vertice della categoria. Seguono airbag frontali e laterali di serie, a tendina (in opzione), fissaggi Isofix sul sedile posteriore, freni a disco anteriori e a tamburo posteriori, Abs, ripartitore elettronico di frenata (di serie) e controllo della stabilità in curva (CSC).
Insomma, si parte bassi, ma si rischia di salire a cifre superiori anche a quelle della C2. Problemi di sovrapposizione? Nemmeno per sogno dicono in Citroën : la C1 sarà richiesta al 90% in versione 5 porte mentre la C2 è solo a tre porte. Nel mirino della C1 non solo i giovani quindi, ma una clientela più eterogenea composta prevalentemente da persone che si accostano per la prima volta con il mondo Citroën, da automobilisti che cercano un’auto solo da città, piccola e spaziosa, da famiglie in cerca di una seconda o terza auto e, non ultimi, da clienti che generalmente si rivolgono all’usato ai quali, con la stessa cifra, viene offerta l’opportunità di puntare su una vettura nuova di zecca.
Resta un ultimo quesito: perché scegliere Citroën e non Peugeot o Toyota visto che tutto sommato si tratta della stessa auto e che i prezzi si avvicinano? A contare nelle decisioni di acquisto saranno infatti concetti più legati alla fedeltà al marchio che non ai contenuti, all’immagine che si saprà dare alla vettura nei confronti delle altre due. Un esempio da manuale per gli studiosi di marketing quindi, perché a vincere sarà chi dei tre (Toyota, Citroën e Peugeot) riuscirà a dare maggiore personalità al proprio prodotto. Citroën punterà tutto sull’effetto simpatia.
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