Land Rover Freelander 2 - Che la seconda generazione della Freelander non si sia imborghesita troppo si capisce sin dal primo sguardo. Il corpo vettura è tonico, ben sollevato da terra neanche stesse facendo le flessioni, con un’altezza minima di 210 mm. La carrozzeria ha messo su una taglia buona: la lunghezza è ora di quattro metri e mezzo spaccati, 50 mm più della sua progenitrice, mentre la larghezza e l’altezza aumentano rispettivamente sino a 1.910 mm (+ 109 mm) e 1.740 mm (+ 32 mm).
L’abitacolo è sulla stessa lunghezza d’onda, con una plancia sagomata a colpi di righello. Le sue forme squadrate trasmettono un senso di grande solidità che trova poi per buona parte conferma anche quando si va a toccare con mano la componentistica. Tutto ha un’aria robusta e solo la parte superiore della consolle centrale potrebbe essere realizzata con plastiche meno croccanti o almeno più spesse. Un peccatuccio tutto sommato veniale, così come la scelta di sostituire le classiche maniglie sul pannello portiera con piccoli incavi che ricordano gli appigli artificiali da freeclimbing. A far dimenticare queste sviste provvede comunque la corretta distribuzione dei comandi sulla plancia.
Le motorizzazioni attese per il mercato italiano sono due. A fare la parte del leone nella raccolta ordini sarà il turbodiesel 2.2 TD4 costruito a quattro mani dal gruppo Ford (nella cui orbita si trova la Land Rover) e da quello PSA. Già provato in versione biturbo sulla C5 e sulla 407, questo motore adotta qui una singola turbina a geometria variabile per esaltare il rendimento ai bassi regimi piuttosto che agli alti. Il risultato sono una coppia massima di 400 Nm a 2.000 giri e una potenza di 160 cv a 4.000, che assicurano una velocità massima di 181 km/h, un tempo di 11,7 secondi nello 0-100 e una percorrenza media di 13,3 km/litro.
Le prime consegne inizieranno a gennaio ma il listino è già stato diffuso dalla Land Rover. I livelli di allestimento sono quattro. Apre le danze quello base, chiamato E e disponibile solo con il motore turbodiesel a 30.800 euro. Della sua dotazione fanno parte tra le altre cose, sette airbag, l’antifurto perimetrale, il sinto-lettore CD, i cerchi in lega da 16", il clima manuale, la chiave elettronica e il controllo elettronico della stabilità, integrato dall’HDC, che gestisce la velocità nelle discese, e dal sistema antiribaltamento Roll Stability Control.
Per rispettivamente 40.600 e 45.800 euro si possono invece acquistare le 2.2 TD4 e 3.2 i6 HSE, che mettono in più sul piatto sedili rivestiti in pelle e dotati di bracciolo (quello di guida con memoria), cerchi da 18", fari bi-xeno e inserti in legno sulla plancia. Per gli incontentabili c’è comunque un ricco menù di accessori, tra cui spiccano il navigatore satellitare (2.070 euro) e il tetto apribile (1.340 euro).
L’abitacolo è sulla stessa lunghezza d’onda, con una plancia sagomata a colpi di righello. Le sue forme squadrate trasmettono un senso di grande solidità che trova poi per buona parte conferma anche quando si va a toccare con mano la componentistica. Tutto ha un’aria robusta e solo la parte superiore della consolle centrale potrebbe essere realizzata con plastiche meno croccanti o almeno più spesse. Un peccatuccio tutto sommato veniale, così come la scelta di sostituire le classiche maniglie sul pannello portiera con piccoli incavi che ricordano gli appigli artificiali da freeclimbing. A far dimenticare queste sviste provvede comunque la corretta distribuzione dei comandi sulla plancia.
Le motorizzazioni attese per il mercato italiano sono due. A fare la parte del leone nella raccolta ordini sarà il turbodiesel 2.2 TD4 costruito a quattro mani dal gruppo Ford (nella cui orbita si trova la Land Rover) e da quello PSA. Già provato in versione biturbo sulla C5 e sulla 407, questo motore adotta qui una singola turbina a geometria variabile per esaltare il rendimento ai bassi regimi piuttosto che agli alti. Il risultato sono una coppia massima di 400 Nm a 2.000 giri e una potenza di 160 cv a 4.000, che assicurano una velocità massima di 181 km/h, un tempo di 11,7 secondi nello 0-100 e una percorrenza media di 13,3 km/litro.
Le prime consegne inizieranno a gennaio ma il listino è già stato diffuso dalla Land Rover. I livelli di allestimento sono quattro. Apre le danze quello base, chiamato E e disponibile solo con il motore turbodiesel a 30.800 euro. Della sua dotazione fanno parte tra le altre cose, sette airbag, l’antifurto perimetrale, il sinto-lettore CD, i cerchi in lega da 16", il clima manuale, la chiave elettronica e il controllo elettronico della stabilità, integrato dall’HDC, che gestisce la velocità nelle discese, e dal sistema antiribaltamento Roll Stability Control.
Per rispettivamente 40.600 e 45.800 euro si possono invece acquistare le 2.2 TD4 e 3.2 i6 HSE, che mettono in più sul piatto sedili rivestiti in pelle e dotati di bracciolo (quello di guida con memoria), cerchi da 18", fari bi-xeno e inserti in legno sulla plancia. Per gli incontentabili c’è comunque un ricco menù di accessori, tra cui spiccano il navigatore satellitare (2.070 euro) e il tetto apribile (1.340 euro).
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