Hyundai Terracan - In effetti, con questa Hyundai un problema bagagli si pone lo stesso ma qui è il contrario di quanto accade in molti altri casi: lo studio non va fatto per far stare tutto, bensì per fare in modo che, una volta caricate, borse e valigie non ballino. Lo spazio disponibile è davvero notevole, con un vano di carico ben sviluppato in larghezza, altezza e profondità. Per fortuna che a dare una mano c’è anche la rete fermabagagli, utile soprattutto quando si deve trasportare una semplice spesa e non ci si vuole ritrovare a fare un pediluvio nel vino…
Qualche perplessità la suscita invece la finta radica che riveste la consolle centrale e parte del volante. Non che sia fatta male, intendiamoci: è di sana e robusta costituzione ed è assemblata con cura. Solo l’aspetto delude un po’, con un’aria da piedistallo di souvenir che non si addice alle ambizioni di arrampicatrice sociale della Terracan. Nessun appunto invece per le plastiche, spesse e che offrono una buona sensazione al tatto.
Credo che l’abbinamento ideale sia con il cambio automatico. Anche il manuale montato da questo esemplare fa comunque la sua onesta figura. Pur se maneggiato sportivamente, non accusa incertezze e si dimostra discretamente rapido e ben scalato, assicurando accelerazioni e riprese vivaci. La quinta consente di tenere senza affanno medie notevoli in autostrada, un ambiente che per la Terracan si rivela molto meno ostile del previsto.
Dove la Terracan si muove a meraviglia è invece in condizioni di scarsa aderenza e nel fuoristrada leggero. La trazione integrale inseribile manualmente anche in movimento, fino a 80 km/h, garantisce un’ottima motricità anche quando il fondo è infido. Lontano dai nastri asfaltati, l’unico limite è rappresentato dagli ingombri elevati e dagli angoli caratteristici non troppo spinti. Ma questo è un problema che si avverte in situazioni in cui l’acquirente medio non si sogna neanche di avventurarsi.
Qualche perplessità la suscita invece la finta radica che riveste la consolle centrale e parte del volante. Non che sia fatta male, intendiamoci: è di sana e robusta costituzione ed è assemblata con cura. Solo l’aspetto delude un po’, con un’aria da piedistallo di souvenir che non si addice alle ambizioni di arrampicatrice sociale della Terracan. Nessun appunto invece per le plastiche, spesse e che offrono una buona sensazione al tatto.
Credo che l’abbinamento ideale sia con il cambio automatico. Anche il manuale montato da questo esemplare fa comunque la sua onesta figura. Pur se maneggiato sportivamente, non accusa incertezze e si dimostra discretamente rapido e ben scalato, assicurando accelerazioni e riprese vivaci. La quinta consente di tenere senza affanno medie notevoli in autostrada, un ambiente che per la Terracan si rivela molto meno ostile del previsto.
Dove la Terracan si muove a meraviglia è invece in condizioni di scarsa aderenza e nel fuoristrada leggero. La trazione integrale inseribile manualmente anche in movimento, fino a 80 km/h, garantisce un’ottima motricità anche quando il fondo è infido. Lontano dai nastri asfaltati, l’unico limite è rappresentato dagli ingombri elevati e dagli angoli caratteristici non troppo spinti. Ma questo è un problema che si avverte in situazioni in cui l’acquirente medio non si sogna neanche di avventurarsi.
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